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Palle illuminanti ad Anno Zero

Ad Anno Zero del 5 aprile ero stato invitato anch’io, ma da Santoro non ci sono potuto andare perché ero stato avvertito due giorni prima e proprio nella data della trasmissione ero all’Università di Malta per il progetto sulle malformazioni fetali da nanopolveri che abbiamo iniziato. Così, solo ora vedo la registrazione del programma.

Ormai ad una decina di giorni di distanza, vorrei solo fare alcune considerazioni.

Sono rimasto sconcertato non tanto dalla tragicomica assurdità delle affermazioni della ragazza mandata allo sbaraglio dall’Enel, tale ingegnera Laura Cassì per la quale non vale la pena di spendere una riga, ma dalla sua giovinezza e dalla reazione del pubblico di spettatori casalinghi cui si chiedeva di decretarne il gradimento.

 Data l’età, la ragazza doveva per forza essere uscita da poco dall’università e, dunque, era fresca di studi. Lo sconcerto viene, allora, dalla qualità dell’insegnamento accademico che rischia di fare di questi giovani dei mostriciattoli ignoranti, presuntuosi, incapaci di critica e con la mente distorta nella quale il semplice buon senso è bandito e i fatti sono un particolare trascurabile e finanche fastidioso. Senza voler fare d’ogni erba un fascio, dico questo perché da poco ho ricevuto la stessa impressione da una giovane vulcanologa e a causa di certe argomentazioni partorite da neolaureati o da studenti che mi capita di tanto in tanto d’incrociare. E, a dir poco preoccupante, è stato il voto attribuitole dal pubblico: il massimo della serata, il che significa che alla gente non interessa la verità di ciò che ascolta ma cerca semplicemente qualcuno che le canti una rassicurante ninna nanna.

Poi ho visto Fulco Pratesi, il presidente del Wwf, che navigava sul fiume Sele, sede di un'oasi naturalistica, e ne lamentava la distruzione a causa dell’inquinamento ambientale. Qui lo sconcerto viene dal fatto che il Wwf, che dell’ambiente dovrebbe essere custode e paladino, mantiene nel suo comitato scientifico un tale Mario Tozzi, scientificamente non pervenuto, intrattenitore televisivo, tuttologo, testimonial della multiutility Hera che incenerisce rifiuti a tutto spiano a nostre spese e che dell’ambiente si fa beffe. Lo stesso personaggio, poi, la cui vocazione di portabandiera del più bieco inquinamento è a prova di bomba, è stato addirittura nominato presidente del Parco dell’Arcipelago Toscano dal ministro Pecoraro Scanio presente in trasmissione ed autore in quella sede di ottimi interventi. Perché quella nomina? Non saranno, per caso, quelle del ministro chiacchiere subito smentite dai fatti, come lo squallido teatrino di lui che moraleggia a Roma e dei suoi accoliti che fanno bellamente il contrario in periferia ricevendo in cambio baci e abbracci dal ministro stesso? Dicono qualcosa Ferrara o Bolzano?

Proseguendo, ammetto di essere rimasto ammirato dall’intervento registrato di Antonio Bonomo, anima del famoso inceneritore di Brescia. Mi è tornato in mente un dibattito con lui di un anno fa o giù di lì, quando per quattro ore riuscì, senza curarsi dell’ilarità mista ad irritazione che causava nel pubblico, ad eludere tutte le mie domande, sfoggiando la stessa faccia di bronzo che ha mostrato in TV. Un esempio di attaccamento ai colori sociali e di avanspettacolare coerenza arrivato perfino a tirar fuori senza rossori l’argomento del premio grottescamente autoattribuitosi. E, restando a Brescia, è comparso, pure in registrazione, il direttore dell’inceneritore più bello del mondo che ci ha rassicurati tutti, affermando che dal suo camino, tutto dipinto color del cielo, esce un inquinamento trascurabile. Siamo alla follia? Fate voi.

Ma è Daniele Fortini, il presidente di Federambiente, chi ha davvero surclassato questo parterre des rois fulminandoci con un “il 40% dei rifiuti non può essere separato” e deve finire in discarica. Dunque, meglio incenerire tutto. Poi ci ha illustrata la superiorità degl’inceneritori rispetto ad altri trattamenti quale, ad esempio, il meccanico-biologico. Anzi, stava per illustrarcela, perché poi sull’argomento ha glissato. Da ultimo, abbiamo appreso da lui che non è proprio certo che le nanopolveri facciano male, anzi, a Bolzano, dove notoriamente la scienza sta di casa, dicono che le cose non sono poi così allarmanti. E poi, le nanoparticelle esistono in natura. Dunque…

Ci fossi stato, gli avrei chiesto se sa che cosa sono le nanoparticelle e in particolare quelle solide ed inorganiche, se sa quali sono le dimensioni delle particelle solide ed inorganiche naturali (che non sono affatto nano e che nell’organismo hanno tutt’altro comportamento), se ha idea delle ricerche europee comunitarie sull’argomento, se ha notizie sul bilancio di massa su cui sorvola, sulla reale capacità di cattura dei filtri che ci vengono rifilati come capaci di catturare oltre il 99% di ogni polvere immaginabile, sulla sorte delle polveri eventualmente catturate dai filtri e su tante altre belle cosette alle quali i piromani non danno risposta e, quando sono interrogati in proposito, indossano la faccia da pesce lesso che indossava Fortini in TV quando Maurizio Pallante lo massacrava.

E’ tristemente sconfortante come una lobby quale quella degl’inceneritoristi, che non ha uno straccio di argomento scientifico per sostenere una tecnica nata morta perché era già stata giustiziata da Lavoisier nel Settecento,  possa reggersi ancora, non davanti alla classe politica, perché quella risponde a logiche che ogni uomo di mondo conosce, ma davanti alla gente normale, quella che ha frequentato una scuola media, quella che ha un pizzico di buon senso.

Da ultimo, una cosa mi ha allarmato: il ministro Pecoraro Scanio ha detto di aver proposto al ministro della salute la costituzione di una commissione per lo studio delle nanoparticelle. Basta scegliere le persone ad hoc, e da quel tavolo uscirà esattamente ciò che fa comodo che esca.