Sì, è vero: io sono antipatico. Molto.
La mia abitudine di dire le cose come stanno per non perdere tempo parte dalla presunzione di trovarmi di fronte persone intelligenti che guardano alla sostanza. I fatti, però, sono chiari: non solo tante persone, per i miei gusti inurbani troppe, intelligenti non sono, ma molte sono pure affette da quella malattia unica tra gli esseri viventi che è l’ipocrisia.
E, allora, eccomi bersagliato dal fango (termine ipocrita per intendere altro) dei milordini. Ma a me di loro non importa un fico secco, e questo semplicemente per il cocktail di disprezzo e di pena che provo nei loro riguardi.
Come credo sia ampiamente noto, il 28 febbraio prossimo il microscopio che la combriccola di Grillo rag. Giuseppe, dopo tutta la squallida messa in scena recitata, fece traslocare altrove non ci sarà più.
Chissà se qualcuno ricorderà come centinaia di siti Internet plaudirono trionfalmente a quella sottrazione. Finalmente l’apparecchio che tanti donatori contribuirono ad acquistare finirà nelle mani giuste: quelle di scienziati illustrissimi che partoriranno scoperte a raffica. Proprio ora mi è capitato sotto gli occhi lo scritto di un povero minus habens grillino napoletano insieme con quello di un altro parigrado di Reggio Emilia. Quelli di Valeria Rossi, nella loro carnevalesca miseria morale, riposino in pace con lei.
Impietosamente, però, il tempo è stato, come si suol dire, galantuomo e ha mostrato la cruda realtà dei fatti. I geni cui era arrivato il regalo lo tennero fermo un anno e mezzo, poi lo sbolognarono altrove, poi, potendolo usare, ricavarono quelle che, generosamente, chiamerò minuzie. L’unico grande risultato fu quello ottenuto da un modestissimo didatta trasformato da un signor Nessuno che scorrazza impunito su tutti i media di regime (e sono un’infinità!) in un microscopista elettronico tra i più grandi del mondo. Pietà m’impone di non commentare almeno per ora. Fra qualche anno pubblicherò qualcosa d’interessante, compreso ciò che riguarda le nostre ricerche sulla leucemia.
I fatti testimoniano che noi, mia moglie ed io, pur potendo usare il nostro microscopio sì e no una volta la settimana sobbarcandoci 400 km ogni volta, i risultati li abbiamo ottenuti. Chi, dal suo tavolo di osteria, ridacchia beceramente ripassi fra una decina d’anni e faccia le sue considerazioni allora. Il tempo, appunto, è galantuomo.
Comunque sia, la situazione è questa: il 28 febbraio 2018 ci sarà l’esecuzione tanto agognata. Il microscopio finirà chissà dove e chissà come e i due “nanoscienziati” (termine che qualifica con precisione chi lo usa e, ancor di più, i luminari che l’hanno partorito) dovranno per forza piantarla di ficcare il naso dappertutto, disturbando la cornucopia che tanto soddisfa qualcuno del salottino buono.
Ora, con tutta l’antipatia di cui sono capace, mi permetto di ricordare a chi mi legge che io ho rovinato la mia vita per dare una mano a chi, evidentemente, di quella mano non sapeva che farsene. Allora, con tutta la chiarezza del caso, se si vorrà che noi continuiamo ci si deve fornire un microscopio adatto e tutti i mezzi per mantenerlo. Se questo non avverrà, il 1° marzo, ad esecuzione avvenuta, potete andarvene tranquillamente al diavolo perché questo sarà ciò che avete voluto. Io, comunque, non rincorrerò nessuno e sarete voi a venire da me con il cappello in mano a pregarmi di accettare il microscopio perché a beneficiarne sareste solo voi.
Conosco bene la storia e potrei raccontarla minuziosamente, mi sfugge però ( ahimè) per qual motivo il 28 febbraio pv verrà meno la disponibilità settimanale dell’esem momentaneamente in ostaggio all’arpa di Pesaro.
E’ dato saperlo ? Grazie.
Ufficialmente perché non ce la fanno a mantenerne i costi. Di fatto, banalmente, per non farci fare quelle ricerche così fastidiose. Cosa condivisa dalla maggior parte della popolazione italica. In democrazia vincono i numeri.
Ergo….. a suo tempo, anni fa, tramite la raccolta fondi si acquistò un microscopio che molto poco saggiamente venne affidato alla deprecabile Bortolani onlus, la quale dopo un anno con scuse risibili lo donò all’università di Urbino. Costo del microscopio 400.000€, manutenzione ( circa ) 90.000 € annui. L’università non sa cosa farsene e non ha il soldo necessario per utilizzarlo. Dopo un anno e passa riesce a sbolognarlo all’arpa Marche, che, in seguito ad una sentenza del tribunale ( di Modena ? ) è obbligata a concederne l’utilizzo a Gatti e Montanare almeno un giorno alla settimana. Questo per… Leggi il resto »
Qualche correzione, prescindendo da Nonantola dove non ho mai abitato ma dove sono stato solo consigliere comunale, potendo così rendermi conto di come e quanto capillare sia il veleno del potere. Contramente a quanto ebbe ad affermare un gruppetto di comari decerebrate, i costi di mantenimento del microscopio possono essere anche più elevati dei 90.000 Euro l’anno. Tempo fa, per esempio, una manutenzione di un certo rilievo costò da sola 120.000 Euro. Poi, in tutto, tra Urbino e Pesaro, il microscopio restò fermo 2 (due) anni, e questo con grande soddisfazione di più di qualcuno. Per ciò che riguarda il… Leggi il resto »
“se ci saranno dei morti li seppelliremo”.
Dall’inizio dell’estate 2017 abbiamo letto sui media di una decina di morti tragiche ma “inspiegabili” di bimbi, bambini e giovani teenagers.
Di volta in volta esse sono state improbabilmente attribuite a malattie tropicali (nel mezzo delle Alpi), infarti infantili, improvvisi dimagrimenti, aneurismi dell’adolescenza, ostruzioni delle vie respiratorie e soffocamenti causati da alimenti liquidi.
Applicando un ragionevole fattore “di mascheramento” ETA=3 tenderei a concludere che i minori ad oggi deceduti potrebbero facilmente essere una trentina.
Ma si tratta di un “work in progress”.
Le morti sono dovute a cadute di meteoriti, dinosauri carnivori affamati, esecuzioni di sentenze emesse nel periodo del Termidoro, vecchiaia nella varietà infantile, abbracci troppo affettuosi della tata e suicidi collettivi.
Restituire il microscopio a Gatti e Montanari ? Certo, credo sia la cosa migliore da farsi e sono certo lo pensino anche a Pesaro e Urbino, forse hanno solo bisogno dell’imbeccata, diamogliela.
Se l’immagina? Prima fanno il diavolo a quattro per portarci via il microscopio. Poi lo tengono a dormire un anno e mezzo. Poi lo sbolognano altrove dove sta fermo altri sei mesi. I risultati scientifici? Se qualcuno è capace di trovarli vince una bambolina. Ora si accorgono che di quel coso non sanno che farsene e lo restituiscono a chi avrebbe dovuto esserne il legittimo possessore. Insomma, una figura di…