Per l’ozio della prigionia

Per chi diventa espertissimo di qualunque argomento dopo una pillola di un paio di minuti, è lunghissimo, quasi 20 minuti, ma, in questi giorni di reclusione, molti hanno tempo. Lo ascoltino. Non so quanto ancora resterà visibile https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=t_ub8R5l73w stante la censura sempre più stringente che il popolo pare accettare con entusiasmo, ma per ora c’è.

Io non ho dati miei e posso solo aggiungere qualcosa di personale. Anni fa io fui invitato a partecipare in studio ad una trasmissione Mediaset condotta dalla buonanima Nadia Toffa (non sono dotato dell’ipocrisia per santificarla) in cui si doveva parlare di vaccini. Prima di dare il mio assenso a partecipare, io mi feci garantire che avrei avuto spazio per parlare senza le interruzioni classiche del regime e che sarebbero state mostrate alcune immagini relative alle analisi di microscopia elettronica che da anni svolgiamo sui vaccini. Inoltre, volevo mostrare dati ufficiali degli enti di statistica inglese e americano a dimostrazione che i vaccini non sono mai serviti a nulla. Garanzia arrivata e confermata più volte, fino ad un attimo prima di andare in onda. Ciò che accadde fu che le immagini non furono trasmesse, non mi si lasciò parlare se non a inutili pezzetti e si fece passare una tale Susanna Esposito per una sorta di faro di scienza.

Nel 2017 mia moglie ed io pubblicammo un articolo che trattava delle nostre analisi sui vaccini http://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.pdf. Nel giro di poche ore ci fu una reazione a livello planetario: grande interesse da parte di scienziati indipendenti e ancora più grande agitazione da parte delle case farmaceutiche e di tutto il giro di corruzione che ruota intorno ai vaccini. Senza avanzare alcuna motivazione, Big Pharma tentò a più riprese d’intimidire l’editore il quale c’informò che avrebbe ritirato l’articolo. La nostra risposta fu che lo avremmo citato in giudizio chiedendo 40 milioni di Dollari di danni. Un po’ di tira e molla, ma, alla fine, l’articolo restò.

E restò pure la reazione. Non più quella del “padrone” ma quella dei poveri imbecilli che sono stati trasformati artificialmente in luminari. La tesi, ad ulteriore e non necessaria dimostrazione del loro livello culturale ed intellettuale che questi poveretti sostennero e continuano a sostenere,  è che l’articolo non ha valore perché era pubblicato in una rivista che non rientrava nei loro gusti e, soprattutto, nei gusti di chi li foraggia. Insomma, una cosa non è vera o falsa in sé ma è vera solo se è scritta dove aggrada e fa comodo a qualcuno. Mezzo millennio di epistemologia sciolto nell’acido.

A margine, in tema d’informazione. Ascoltate dal minuto 54 e mezzo il dottor Silvio Brusaferro, commissario straordinario dell’Istituto Superiore di Sanità (https://www.youtube.com/watch?v=Fuoruwyah5g). Pare che nessuno lo abbia informato che il virus isolato in Italia è diverso da quello isolato in Germania e ambedue sono diversi da quello cinese. Certo, non differenze come quelle che corrono tra un pipistrello e un elefante, ma non sono uguali. E nessuno lo ha informato che un vaccino per una malattia che non conferisce immunità non può esistere, così come non può esistere una sperimentazione che provi l’efficacia di qualunque vaccino. Forse quando il professore di farmacologia lo spiegava, lo studente Brusaferro era malato.