Confesso di non credere all’applicabilità indiscriminata della democrazia.
Convinto come sono che quando si tratta di operare scelte che implichino gli affari di tutti e il bene comune ognuno di noi debba essere coinvolto e abbia il diritto di dire la sua sulla scorta di una dignità pari a quella di qualunque suo vicino, ritengo, tuttavia, che la presa di una posizione – non importa quale – sia necessariamente da far precedere da un’informazione la più completa e indipendente possibile. In mancanza di questo si cade, ben che vada, nel capriccio.
Quando la democrazia e la libertà di parola, sua figlia, sono estratte dal cilindro allo scopo di giustificare il piacere o l’interesse di dire fesserie e, in aggiunta, magari di farle pure credere, ecco che si svilisce uno dei concetti più nobili partoriti come unicità etologica dall’animale Uomo.
Chi abbia avuto modo di frequentare qualche blog in cui questa libertà scade in licenza e in cui addirittura si pretende autorità nell’addentrarsi in argomenti tecnici o scientifici di cui non si ha la minima conoscenza può avere materia di meditazione in proposito.
Uno degli strumenti di democrazia culturale di maggiore successo è oggi Wikipedia, una
sorta di enciclopedia universale in cui chiunque può diventare redattore, inserire voci e correggere gli eventuali errori di chi lo abbia preceduto. Tutto bellissimo, almeno come concetto. Il problema, però, è sempre il solito: l’imbecille, nel caso specifico favorito dall’anonimità garantita da Internet.
Personalmente io uso Wikipedia per conoscere l’anno di nascita di Machiavelli o il peso molecolare del DDT, ma in nessun caso per acquisire informazioni su fatti contemporanei o che, ad ogni modo, conservino riflessi nella contemporaneità. Meno che mai consulterei quell’enciclopedia per sapere di personaggi di oggi.
È accaduto che, per motivi che ignoro, qualcuno abbia voluto inserirmi tra le voci riportate, cosa di cui io sono venuto a sapere, e per puro caso, solo a fatto accaduto da tempo. Chi mi avvisò mi pregò anche di correggere gli errori, tanto numerosi quanto grossolani, contenuti nel testo assolutamente disinformato e disinformante. Così io suggerii le correzioni del caso e chi si era interessato alla cosa le inserì dovutamente. Passano pochi giorni, tuttavia, ed ecco l’imbecille in agguato: tutto cancellato e si ritorna alle vecchie bizzarrie.
Ora, non è che la cosa m’interessi più di tanto, essendo impossibile prendere seriamente un testo di fatto incontrollato e oggettivamente incontrollabile che pretende autorevolezza ma che, in realtà, non ne ha una che superi quella di qualsiasi porta di gabinetto in una stazione di servizio autostradale, ideale tabula rasa anonima e incontrollata com’è, ma credo sia mio dovere avvertire quanti vogliano informarsi su di me (pur restandomi comunque misteriosa la ragione per una perdita di tempo simile) che Wikipedia, almeno nel caso specifico, è del tutto inattendibile.