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Uranio impoverito: l’ultima bufala

Di 25 Febbraio 2013 2 commenti

P.S. delle 17 e 59:  Ecco qua come funziona L’Espresso. Ora hanno rimosso i commenti in cui si mostrava come questi personaggi abbiano riferito una bufala infamante. E hanno rimosso pure la possibilità di commentare. Una tattica davvero di grande correttezza.

 

P.P.S. delle 9 e 10 del 26 febbraio: Miracolo! i commenti sono ricomparsi.

 

E vabbè: era inevitabile. Due giovanissimi giornalisti che, pare, pubblicano saltuariamente sulla versione on-line de L’Espresso decidono di fare uno scoop e si occupano di Uranio Impoverito. Non ne capiscono gran che? Che importa?: loro fanno informazione e

il concetto d’informazione nostrano non prevede che chi informa sia a sua volta informato di ciò che comunica. Così, i due giovani fanno passare la notizia che mia moglie, la dottoressa Gatti, avrebbe in qualche modo ottenuto 202.000 Euro per condurre una ricerca sull’esposizione a particelle dei vegetali, e questi quattrini le sarebbero stati passati grazie al fatto che lei lavora, gratis et amore Dei, da diverse legislature all’interno della commissione per le malattie cosiddette da Uranio impoverito (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/uranio-impoverito-lultima-beffa/2200621).

 

Detta così, la vicenda puzzerebbe un po’ e la puzza, si sa, attrae irresistibilmente i più che pronosticabili censori a prescindere che imperversano in rete. Ecco, allora, che, senza che a nessuno venga in mente di controllare se i due giovanotti giornalisti abbiano raccontato una bufala o, più teneramente, non siano stati capaci di esprimersi, il “conflitto d’interessi” che condanna la dottoressa Gatti diventa scandalosa verità.

Un vero peccato che la notizia non sia vera.

Tanto per informazione, la ricerca esiste e il finanziamento pure, ma non ha nulla a che vedere con l’Uranio o con la commissione. Si tratta di una ricerca condotta da mia moglie (cosa per lei abituale) che vede impegnate varie università (Bologna, Genova e Napoli) e i 202.000 Euro coprono esclusivamente le spese documentate, il che significa che tutti lavorano gratis e, di fatto, mettendoci pure quattrini propri. Di questo non c’è traccia nell’articolo e ciò che il lettore bulimico di pettegolezzi ha capito è che qualcuno rubacchia quattrini pubblici. Dunque, crucifige!

Al mio commento in calce all’articolo, uno degli autori, tale Martino Villosio, mi telefona affermando che lui voleva dire altro. Che cosa? Non si sa, ma, comunque, altro. Per evitare problemi, promette di riparare. Ora, passata una settimana, l’articolo resta in rete e i soliti idioti che non aspettavano altro cominciano a sparare ciò che sono capaci di partorire con tanto piacere.

Così, stamattina telefono a L’Espresso e mi risponde una voce femminile sotto cui si nasconde evidentemente una persona cui la famiglia ha lesinato un’educazione che renda possibile il rapporto con il prossimo. Allora mando una raccomandata e dico che, se L’Espresso non pubblicherà il chiarimento dovuto, provvederemo a querelare direttore e giornalisti. Anche se la voce femminile si è fatta una risata, farò ciò che ho detto.

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Salvatore Ventruto
12 anni fa

PRECISAZIONI IN MERITO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SU ESPRESSOIn merito all’articolo pubblicato sul sito de “L’Espresso” in data 18 febbraio u.s. dal titolo “Uranio impoverito, l’ultima beffa” riteniamo sia doveroso fare delle precisazioni, in risposta a quanto dichiarato dalla Dott.ssa Maria Antonietta Gatti e dal Dott. Stefano Montanari su vari blog e social networks. Il Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle malattie, come ampiamente specificato nell’articolo in questione, è nato nel 2007 con l’obiettivo di creare un polo scientifico per lo studio delle conseguenze sulla salute dei militari impiegati nei teatri operativi e nei poligoni. Sull’attività concretamente svolta dal Comitato… Leggi il resto »

Salvatore Ventruto
12 anni fa

PRECISAZIONI IN MERITO ALL’ARTICOLO PUBBLICATO SU ESPRESSO[quote name=”Salvatore Ventruto”]In merito all’articolo pubblicato sul sito de “L’Espresso” in data 18 febbraio u.s. dal titolo “Uranio impoverito, l’ultima beffa” riteniamo sia doveroso fare delle precisazioni, in risposta a quanto dichiarato dalla Dott.ssa Maria Antonietta Gatti e dal Dott. Stefano Montanari su vari blog e social networks. Il Comitato per la Prevenzione ed il Controllo delle malattie, come ampiamente specificato nell’articolo in questione, è nato nel 2007 con l’obiettivo di creare un polo scientifico per lo studio delle conseguenze sulla salute dei militari impiegati nei teatri operativi e nei poligoni. Sull’attività concretamente svolta… Leggi il resto »