Chi è dotato di un po’ di senso dell’umorismo si legga la lettera che segue:
A tutti gli interessati
Loro Sedi
Oggetto: Donazione microscopio
In data 27 marzo 2009 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” ha accettato la proposta di donazione di un microscopio elettronico a scansione ambientale Q200FEG ESEM Quanta-200 FEI con microanalisi a dispersione di energia pervenuta dall’Associazione Carlo Bortolani ONLUS di Reggio Emilia con destinazione per le attività della Facoltà di Scienze e Tecnologie.
Una clausola dell’atto di donazione prevede che “la dott.ssa Antonietta Gatti e il dott. Stefano Montanari potranno usufruire dell’utilizzo del microscopio ESEM donato dall’Associazione Carlo Bortolani Onlus alla Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università di Urbino per effettuare ricerche scientifiche sulle nanopatologie in relazione alle ricerche in corso e per consentirne la prosecuzione, almeno per un giorno alla settimana e in accordo con le norme stabilite dallo stesso Dipartimento per l’utilizzazione delle grandi strumentazioni. Resta inteso che la servitù di utilizzo dello strumento è ufficialmente concessa unicamente all’Associazione Carlo Bortolani Onlus”.
Sarà cura di questa Amministrazione portare le manifestazioni di dissenso e le molteplici sollecitazioni successivamente ricevute alla conoscenza del Consiglio di Amministrazione in modo che possa riesaminare con piena cognizione di causa la determinazione assunta.
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI URBINO “Carlo Bo”
Segreteria del Direttore Amministrativo
Via Puccinotti, 25 61029 URBINO (PU)
Tel. 0722/305463 – 0722/305462 – 0722/305423
Fax 0722/2690 E-mail: [email protected]
Con ogni evidenza, questi uomini probi stavano lavorando di nascosto per “traslocare” il microscopio da chissà quanto tempo. Comunque, io la raccomandata con cui la signora Bortolani, bontà sua, mi comunicava la dipartita l’ho ricevuta il 30 giugno (datata 29), tre mesi abbondanti dopo la graziosa accettazione del “dono”.
A livello di curiosità,
sarebbe interessante sapere a chi effettivamente questa missiva sia stata inviata, visto che i destinatari dichiarati erano “tutti gli interessati”. Beh, forse io di un po’ d’interesse per i fatti miei potevo essere accreditato. Rimane il fatto che la missiva che pubblico ora io l'ho ricevuta da un amico e non dall'Università di Urbino. Perché? Boh…
Non ripeto i miei commenti sulla farsa del microscopio concesso “almeno una volta la settimana” perché su questo mi sono già espresso a più riprese.
Restano sempre senza risposta le mie 28 questioni riportate nel post dell'8 settembre e, soprattutto credo mi sia concesso di pensare a buon diritto che, quando si manovra di nascosto dall’interessato, non si sta giocando proprio pulito. O no?
E senza risposta resta la domanda sul perché, se ci si voleva proprio privare del microscopio, non chiedere a noi quale università beneficare e si è scelta Urbino dove non si può dire che si lavori per l’ambiente. Non sarà, per caso, giusto quella la ragione? Attendo risposta credibile.
Il sospetto? Che qualcuno non l'abbia raccontata giusta e tutta all'Università di Urbino intesa come amministrazione.
La speranza? L'ultimo paragrafo è umano e conferma il sospetto. Magari qualcuno non è d'accordo a che il buon nome dell'Università sia messo in gioco.
La conclusione? Urbino non sarà gran che in campo di nanopatologie che laggiù restano terra incognita, ma una facoltà di Scienze della Comicità, viste certe inclinazioni di qualcuno (non tutti, per carità), le si attaglierebbe a pennello.
P.S. aggiunto alle ore 16:45. Ricevo ora anch'io la comunicazione da Urbino. Sono commosso.