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Politici e salute: un amore impossibile?

Lee Scott, amministratore delegato Wal-Mart, ha illustrato le ambizioni delle nuove minicliniche al Congresso mondiale sulla sanità a Washington: creare nuove opportunità di business in un mercato in crescita, quello sanitario, e allo stesso tempo offrire alle comunità locali la necessaria assistenza capillare, a basso costo e di qualità.
 

E' una triste verità. A parte qualche raro esemplare in via di estinzione, i politici e la salute non sono mai andati d'accordo e per almeno due motivi: interessi e ignoranza. Già separatamente i due concetti creano disastri enormi, se poi ai alleano, è un'ecatombe. Interessi: le case farmaceutiche, le aziende che gestiscono i rifiuti, le compagnie petrolifere, le raffinerie, lo sfruttamento di altre risorse fossili (carbone, metano), le industrie chimiche, i cementifici, le acciaierie, chi fabbrica e chi usa le armi. Sicuramente ne ho dimenticati diversi ma credo che il concetto sia chiaro. Quando ci sono le elezioni, nelle liste elettorali non troviamo i nomi del tal industriale o del dirigente di chissà quale azienda, eppure, se andiamo a raschiare appena appena sotto la superficie delle cose, troviamo che, in realtà, chi governa non sono i politici ma quelli che detengono il potere economico. Loro decidono l'andamento del mercato; di qualunque mercato: automobili, cibo, medicine, energia, armi.

 Il settore merceologico non ha importanza; quello che conta è vendere a tutti i costi e, se in qualche caso vendere comporta portare malattie e morte, non fa nessuna differenza. Con il potere economico si foraggiano i partiti, le università, i laboratori di ricerca, i quali devono però favorire gli interessi di chi li paga, è ovvio, dunque, dalle università usciranno medici che inventeranno nuove malattie, dai laboratori di ricerca si partoriranno farmaci che le "combattono" e dai governi in carica, con la complicità dell'opposizione, usciranno leggi che autorizzeranno la pubblicità e la vendita di tali prodotti. La prima parte dell'articolo 32 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti".  E allora i nostri governanti sono dei fuorilegge perché non solo permettono che la salute venga continuamente minacciata, ma sono soprattutto complici di quelle strutture che creano malattia e disagio, senza contare, poi, che le cure gratuite, gli indigenti se le scordano. Un'accusa magari molto pesante ma dimostrabile. I governi favoriscono l'uso dei carburanti fossili, non hanno mai fatto una politica seria a favore dell'ambiente, sono in pieno accordo con gli interessi delle case farmaceutiche e in combutta con le aziende che gestiscono i rifiuti, delle quali possiedono azioni che aumentano il loro valore di anno in anno. Avete mai sentito un rappresentante di governo (o dell'opposizione) chiedere alle case automobilistiche di produrre macchine a idrogeno? E' mai stata fatta una politica ambientale seria sullo smaltimento dei rifiuti, una politica che non preveda la combustione? Avete mai visto un governante impegnarsi per far togliere davvero i metalli pesanti dai vaccini e altre porcherie del genere che hanno fatto disastri impossibili da calcolare alla salute dei bambini? C'è mai stato un politico che ha proposto di togliere i pesticidi dal cibo che acquistiamo tutti i giorni al supermercato o anche solo di denunciarne in etichetta l’eventuale contenuto? Quando si parla di cultura ambientale e di prevenzione da malattie legate all'inquinamento, l'Italia è fra i Paesi più sottosviluppati del mondo. Basta ascoltare le amenità di quel burlone di Umberto Veronesi che, nonostante abbia fatto ridere mezzo mondo, continua ad affermare che le malattie da inquinamento sono poco più dell'1%, mentre il basilico e la polenta (quella non Ogm naturalmente) sono pericolosissimi. Io gli regalerei un bell'attico con vista sull'inceneritore di Brescia (quello che ha premiato se stesso, per intenderci). La soluzione? Direi che la prima cosa da fare è mandare a casa tutti i politici attuali. Sono sempre gli stessi; cambiano la loro posizione ma sono sempre loro e quindi fanno per forza sempre le stesse cose. Abbiamo bisogno di gente nuova, con una coscienza nuova; gente che non si lasci comprare, né per quattro soldi né per mille. Non abbiamo bisogno di simboli di partito o di sapere se è meglio la destra o la sinistra (una differenza che, per altro, non esiste più). Abbiamo bisogno di onestà, legalità, moralità, ordine e soprattutto pulizia. Un nuovo soggetto politico può nascere ed essere concretamente operativo. Come? Bé, innanzi tutto facendo un buon lavoro di coordinamento fra le persone di "buona volontà" e poi, forse sembrerà riduttivo, ma io credo che sarebbe già un enorme passo avanti fare esattamente il contrario di tutto quello che è stato fatto fino ad oggi.