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Ma mi FAPccia il piacere!

Di 16 Gennaio 2020 12 commenti

Mi sono stufato delle mie vittorie postume.

Da anni università e centri di ricerca pubblicano con grande clamore scoperte che noi avevamo pubblicato molti anni prima. La differenza è che quelle scoperte noi le abbiamo fatte in due, con i soldi nostri e a dispetto dell’ostilità del regime, mentre quelle arrivate molti anni dopo, evidenti riproduzioni delle nostre, sono state ottenute con uno spiegamento di forze immane e a spese della comunità.

Ormai diversi anni fa io dissi che i filtri antiparticolato obbligatori per i motori Diesel sono dannosi per la salute, cosa desumibile semplicemente se si legge la descrizione del loro funzionamento.

Poi facemmo qualche prova pratica e i risultati furono quelli ci aspettavamo.

Senza che ci si possa sorprendere, i giornaletti di regime (sì, anche in questo caso il regime impera) m’insultarono a sangue. Il tutto, va da sé, senza contrapporre alcun dato ma perché, per definizione, io sono brutto e cattivo.

I nostri dati, inoppugnabili, finirono, da quanto so, alla Procura di Torino, e io andai personalmente a riferirne alla Procura di Roma. Sono passati anni e il silenzio resta assoluto. Intanto, i filtri continuano ad imperversare.

Ora qualcuno mi manda l’articolo che pubblico di seguito e mi chiedo fino a quando l’Homo sapiens continuerà a dimostrare la sua inferiorità nei confronti di qualunque altro essere vivente, continuerà a calpestare la propria dignità e lascerà distrattamente ad altri la salute propria e della prole.

Forse non è solo sui vaccini che sarebbe opportuno avere la verità.

Da: XXX

Oggetto: Polveri!!! Qualcuno si è svegliato

Corpo del messaggio:

s Diesel: “Anche gli euro 6 sforano i limiti di emissione”

Sos Diesel: “Anche gli euro 6 sforano i limiti di emissione”

La Ong “Transport & Environment” ha effettuato test su due auto: quando il filtro anti-paticolato si rigenera scarica grandi quantità di polveri nocive di Stefano Valentino | 13 Gennaio 2020

Anche i nuovi diesel, cosiddetti “puliti”, rischiano di avvelenare l’aria più del dovuto. Col permesso delle autorità. Lo svela un nuovo studio, ottenuto in esclusiva dal Fatto, pubblicato oggi dell’Ong europea “Transport & Environment” (T&E). Da test indipendenti risulta che il filtro anti-particolato, preposto all’eliminazione degli inquinanti, ne riversa a sua volta quantità talmente elevate che i veicoli si ritroverebbero a sforare le soglie legali di emissione. Le prove sono state effettuate con due popolarissime utilitarie sportive di nuova generazione: la Nissan Qashqai e la Opel/Vauxhall Astra, rispettivamente la seconda e la quarta più venduta in Europa nel 2018. La Nissan è in cima alla classifica italiana dei SUV con oltre 24.000 esemplari in circolazione solo l’anno scorso, stando all’Agenzia ambientale europea. Entrambe le vetture sono state omologate secondo l’ultimo standard Euro 6d-temp che, secondo i produttori automobilistici, garantisce emissioni a norma.

Tuttavia, fatta la legge, scoperto l’inganno. I nuovi test di omologazione su strada, resi obbligatori dall’Ue per tutti i nuovi modelli omologati dal settembre 2018, prevedono una deroga che permette ai costruttori di pubblicizzare come pulite auto che potrebbero non esserlo realmente. Infatti, dalle emissioni complessive misurate durante i test sono escluse quelle che vengono sprigionate durante la pulizia del filtro collocato negli impianti di scarico. Il filtro, introdotto obbligatoriamente dall’Ue a partire dagli Euro 5 nel 2011, è la migliore tecnologia disponibile per trattenere gli inquinanti più nocivi: le poveri sottili, anche dette particolato. Tuttavia, per funzionare, deve essere periodicamente ripulito attraverso un processo automatico su strada, tecnicamente definito “rigenerazione”. Tale processo riversa nell’atmosfera, in una sola volta, grandi quantità di polvere. Normalmente si verifica durante una guida ad alta velocità, dunque più spesso sulle superstrade fuori città. Ma, secondo l’autorevole istituto di consulenza britannico Emissions Analytics, la rigenerazione può accidentalmente verificarsi anche nelle aree urbane. Potrebbe darsi che su 10 rigenerazioni, 9 avvengano sulla tangenziale e 1 in coda nel centro cittadino. Il rischio è quindi che gli sfortunati passanti che si trovano nelle vicinanze di un’auto al momento della pulizia del filtro respirino massicce dosi di particolato.

I test condotti presso il laboratorio Ricardo a Bruxelles, su richiesta di T&E, dimostrano che la rigenerazione moltiplica le polveri fino a oltre 1.000 volte. Risultato: le due auto testate hanno sforato i limiti legali dal 32% al 115% in tutti i test in cui si è verificata una rigenerazione completa. Non avrebbero quindi superato i test di omologazione, se le emissioni dovute alla rigenerazione non fossero ignorate dalla nuova normativa europea adottata nel 2016. Inoltre, durante la pulizia del filtro sono stati riscontrati valori al rialzo anche per tutti gli altri inquinanti regolamentati, come il biossido di azoto.

Il fatto che le eccedenze di polveri dovute alla rigenerazione non vengano calcolate in fase di omologazione è considerata dagli ambientalisti l’ennesima vittoria delle lobby automobilistiche a danno della salute pubblica. Le loro pressioni hanno sventato una regolamentazione più rigida sulla rigenerazione del filtro, ventilata sin dal 2007. E non è neanche sicuro che regole più stringenti saranno incluse nel futuro standard Euro 7, attualmente in discussione a Bruxelles. “Le case automobilistiche si sono opposte fin dall’inizio al benché minimo limite per le polveri nelle prove su strada, è quindi probabile che l’esenzione sulla rigenerazione sia una concessione fatta loro in fase di approvazione dell’attuale regolamento sull’omologazione – commenta Anna Krajinska, responsabile emissioni di T&E – Tale regolamento è progettato ad arte per facilitare il rispetto dei limiti di emissione da parte dei costruttori: se durante una prova su strada si verifica una rigenerazione, il test viene annullato, se ne rifà un altro e le polveri in eccesso non vengono considerate, se non nel caso improbabile in cui si verifichi una rigenerazione per due test consecutivi”.

Alcuni esperti esprimono cautela. Secondo loro, sarebbe tecnicamente difficile ed economicamente oneroso contabilizzare le emissioni causate dalla rigenerazione del filtro, visto che tale processo avviene a frequenze diverse a seconda del modello di auto. Un rapporto pubblicato nel 2018 dal Centro Comune di Ricerca, agenzia specializzata della Commissione europea, afferma che lo scarto tra un veicolo e l’altro nel chilometraggio tra due rigenerazioni può giungere fino a 700 km. Alcune vetture potranno totalizzare 800 rigenerazioni, mentre altre solo 180, nell’arco della loro vita utile (160.000 km). Quindi, le polveri emesse dalla pulizia del filtro potrebbero essere uniformemente quantificate solo allungando a dismisura l’attuale durata del ciclo di omologazione (2 ore), oppure ripetendo le prove innumerevoli volte, spalmando poi le emissioni in eccesso su ciascuna prova. Esami realizzati nell’ambito del progetto Sureal-23, finanziato dall’Ue, indicano che la rigenerazione innalzerebbe del 10% le emissioni totali registrate su un intero ciclo di omologazione, pur non spingendole oltre le soglie legali.

Nuovi test saranno necessari per confermare l’allarme lanciato da T&E. L’Ong stima che in Europa sono più di 45 milioni le automobili dotate di filtro. Dato che i veicoli diesel percorrono una distanza media annua tra 13.600 e i 23.200 km e che il filtro si auto-pulisce mediamente ogni 480 km, si verificherebbe all’incirca una rigenerazione ogni due settimane per la maggior parte delle auto. Ovvero 1,3 miliardi di rigenerazioni all’anno nell’intera Ue.

 

12 Commenti
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Dantes
5 anni fa

“Da anni università e centri di ricerca pubblicano con grande clamore scoperte che noi avevamo pubblicato molti anni prima. ”

Se la può consolare, si fa per dire, è la stessa sorte capitata al prof. Di Bella prima e a suo figlio Giuseppe poi.

Come per gli imbecilli anche la madre degli usurpatori è sempre incinta.

Marco L
5 anni fa

Lavare le strade in città di notte almeno in questi periodi di mancanza assoluta di pioggia potrebbe servire a qualcosa?

Marco L
5 anni fa

Siccome in tv tutti gli intervistati (politici comunali etc….) si stanno riempiendo la bocca di avere preso misure e accorgimenti opportuni e che incidono sulla qualità dell aria…..bla…bla…. ma di lavare le strade come si vede nei film americani nessuno ci pensa…..

Marco
5 anni fa
Reply to  Marco L

Gentile Marco L,
evidentemente chi si occupa della manuntenzione delle strade preferisce spargere sale in inverno per non farle ghiacciare piuttosto che creare delle lastre anti-inquinamento.

Lorenzo Romano
5 anni fa

Uno studio del CNR di Napoli fatto nel 2016 giungeva a conclusioni diverse. Riporto di seguito quanto scritto nelle conclusioni dello studio. “Nel caso dei FAP wall-flow, sia essi attivi che passivi, durante il processo di rigenerazione si ha una tendenza generale ad un’emissione maggiore di particelle nanometriche. Una buona parte delle particelle emesse è di natura volatile o semivolatile con dimensioni al di sotto della soglia di normativa (23nm). I risultati di letteratura indicano comportamenti molto variabili in funzione di numerosi fattori legati al motore, al combustibile, al sistema di post-trattamento ed alla metodologia di campionamento. In ogni caso… Leggi il resto »

Marco
5 anni fa

Dott. Montanari,
una piccola precisazione: la normativa Euro 5 non ha introdotto l’obbligo dei filtri antiparticolato, ma specifica il limite delle emissioni. I vari filtri sono solo il miglior modo di rispettare la normativa.

Sembra la scoperta dell’acqua calda: i filtri antiparticolato durante la fase di rigenerazione aumentano le emissioni.
Considerando che questa fase rappresenta circa l’1% della percorrenza del veicolo incide relativamente poco sulla media.
In ogni caso anche questo valore “allarmante” va confrontato con quello di automobili senza alcun filtro che, in condizioni normali, è superiore a quello della fase di rigenerazione.