Il fantasma dell'inceneritore si avvicina…
Egregio dott. Montanari, abito in un piccolo paesino della bassa padovana, tagliato in due da una statale che deve sopportare il traffico della zona e non solo. A qualche chilometro due cementifici, più vicino, oltre a un grande mangimificio, quello che sembra essere diventato il più grande impianto di compostaggio in Europa con circa 300.000 t/a di rifiuto trattato, con annessa discarica. Il tutto a 300 metri dalle prime case del centro abitato. Seppur la pratica del compostaggio resta una valida alternativa, ciò che preoccupa è la gestione degli impianti: la puzza è praticamente costante in certe zone del paese. E odori acri e pungenti alla gola non si risparmiano. Da anni si stanno cercando delle soluzioni, ma alla fine il business prevale sulla salute.
Non contenti, da qualche mese si sta parlando di produrre energia elettrica e riscaldamento con la costruzione di un inceneritore per la pollina, visto che non si può più spargere nei campi. Tra parentesi, sarà anche un piccolo paese, ma ci sono molti allevamenti di polli nella zona.
Secondo lei, quali possono essere i prodotti di combustione che si verrebbero a generare da questo tipo di impianto, le cui dimensioni dovrebbero smaltire quantità sovraprovinciali?
Vi possono essere azioni sinergiche tra i vari inquinanti della zona? (traffico+bioparticolato+polveri sottili)
La ringrazio e le auguro un buon lavoro.
Carlo Bigliotto
Ospedaletto Euganeo (PD)
RISPOSTA
Impossibile azzardare ipotesi senza aver fatto le indagini del caso. Solo l'Arpav è capace di dare risposte simili senza aver effettuato alcun controllo (vedi rogo De Longhi). In linea di massima, l'impianto di compostaggio è senz'altro fastidioso ma la sua pericolosità, almeno dal punto di vista dell'inquinamento nanoparticolato, è davvero minimo. Non altrettanto si può dire per gli altri impianti.
Quanto agli effetti sinergici, purtroppo, sì: sono più che probabili.
Stefano Montanari