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I tromboni TARlati

Forse pochi, più probabilmente nessuno, si ricorderà di ciò che scrissi nell’ottobre del 2011. Chi ha pazienza se lo può rileggere all’indirizzo https://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2228-noi-cani-di-stato.html

Sono passati poco meno di tre anni e pare un’eternità.

In quell’occasione, tronfi come spesso accade a chi viene calato per una sorta di grazia ricevuta in costumi prestigiosi cui non ha diritto, una manica di “scienziati” fu raccolta alla sede del CNR

di Roma e, chi riferendo di esperimenti propri, chi dell’opinione di “scienziati” di pari levatura, quei “luminari” stabilirono che le nanoparticelle sono innocue. Questo fu quanto uscì quel 3 ottobre dalle auguste sale del CNR e questo quanto il Ministero della difesa accolse con sollievo. Che bello non dover pagare un centesimo per i militari, e mica pochi, che si erano ammalati soggiornando qua e là per il mondo dove scoppiavano ordigni bellici che di polveri ne generavano un bel po’! E arrivò pure la RAI per far da megafono per il popol bue.

 

Allora fu inutile tentare di far notare che quegli esperimenti erano a dir poco grotteschi e che nulla avevano a che spartire con il problema, che nessuno di quei personaggi aveva la minima competenza nel campo, non foss’altro che per non aver mai visto un malato né, meno che mai, analizzato che cosa ci fosse nei loro cancri. Del resto, lo avessero fatto, non ci avrebbero capito niente. I sorrisetti superiori di quei personaggi furono sufficienti a togliere ogni possibilità di parola.

Ma noi non ci fermammo di certo. Tutte le nostre analisi, tra mille difficoltà in corso da molto oltre un decennio, davano risultati coerenti e scientificamente impossibili da eccepire. Già: scientificamente. Ma che ne sapevano quelli di scienza?

Intanto i militari ammalati si rivolgevano alla magistratura chiedendo almeno che lo stato non li scaricasse come cani sull’autostrada dopo averli usati. E le sentenze favorevoli ai ragazzi, a dispetto delle enormità sparacchiate al CNR quel giorno, cominciarono ad arrivare. Poi ci fu lo IARC, l’istituto dell’OMS che si occupa solo di cancro, che nell’ottobre scorso si accorse finalmente che le PM2,5 sono dei cancerogeni certi (ben alzàti!) e ora c’è l’ennesima sentenza, stavolta del Tar del Lazio, che è una campana a morte per i ciarlatani che pontificano senza nemmeno sapere quale sia l’argomento.

Io non mi scandalizzo di nulla. Semplicemente mi viene da ridere pensando che chi sproloquiava a Roma in quell’assolato 3 ottobre 2011 non pagherà un centesimo né in termini monetari né in termini di carriera né in termini di etica per tutto il male che ha fatto. Basta rileggersi le arringhe del magistrato che accusava Enzo Tortora e vedere la carriera che poi ha fatto per togliere ogni illusione vedendo come gira il mondo. E mi viene ancor di più da ridere quando mi accorgo che almeno uno di quei personaggi oggi viene spacciato per un esperto proprio sulla tossicità delle particelle.

E, allora, so che la mia è una speranza di riscatto vana, ma se questa ennesima dimostrazione di quanto squallidi si possa essere quando c’è in ballo qualcosa come denaro o carriera servisse di lezione non tanto ai tromboni che stanno appiccicati alle poltrone “giuste” ma a quello che resta del popolo…

Intanto invito a leggere per intero il testo della sentenza. Lo so: è lunga e il tempo lo si dedica più volentieri ad altro (ce la farà la Juve senza Conte? E le batoste del Milan targato Pippo Inzaghi?). Però potrebbe essere un quarto d’ora ben speso.