Il 31 marzo 2006 l'Enel subiva una condanna dal tribunale di Adria (RO) per avere inquinato una delle zone più belle e più ecologicamente sensibili d'Italia: il delta del Po. La foce dei fiumi, così come le lagune, è un territorio nel quale l'acqua dolce si sposa con il mare e gli ecosistemi di queste realtà vengono a contatto dando vita a tutti gli organismi animali e vegetali che andranno a popolare la zona stessa oppure migreranno verso il fiume o verso il mare. Dove si forma la vita è tutto più delicato e facilmente danneggiabile, proprio come un bimbo nel grembo materno. Che cosa ci fa una centrale elettrica ad oli pesanti in un paradiso del genere? Ma l'Enel non demorde e, a dispetto della pubblicità che si sforza di promuovere iniziative a favore dell'ambiente, continua ad inquinare, infischiandosene della natura e, soprattutto, della salute delle persone che dovranno respirare le emissioni tossiche sparate fuori dalle loro ciminiere.  A Tarquinia il comitato No-Coke e i cittadini tutti stanno combattendo contro l'Enel che vorrebbe convertire a carbone una centrale elettrica.

 Dopo aver messo in atto tutte le strategie comunicative possibili per evitare quest'ennesimo scempio, alcuni cittadini hanno preso l'estrema decisione di intraprendere uno sciopero della fame per focalizzare l'attenzione dei media e delle autorità preposte sulla gravità del problema.  Lo sciopero sta continuando da 17 giorni e già si sono verificati i primi sintomi di malore. Si può essere o meno d'accordo con queste scelte estreme, ma come non essere d'accordo con le motivazioni sacrosante di questa gente che, supportata da pareri di medici, ricercatori, scienziati e studiosi del problema, si vedono calpestare il diritto alla salute da industriali e politici che altro non fanno se non perseguire interessi vergognosi? Quando esisteva la schiavitù, chi comandava era molto più onesto, perché non si nascondeva certo dietro la maschera del benefattore; oggi esiste una forma di schiavitù peggiore perché più subdola e quindi più difficilmente riconoscibile.  Oggi però le persone sono più informate, alcuni scienziati hanno cominciato a mettere il naso fuori dalle torri d'avorio nelle quali hanno fatto salotto per secoli ed ecco che gli interessi di industriali e politici vengono messi sulla pubblica piazza. L'epoca dell'oscurantismo è finita. Niente può più fermare questa valanga umana che ha finalmente gli strumenti per rispondere alle sciocchezze di scienziati comprati e divulgatori di ecoballe (non nel senso di biomasse). Sindrome nimby (not in my backyard)? E anche se fosse? Il diritto a rifiutare la convivenza con un mostro è più che legittimo. Inoltre, ormai, gli impianti di questo genere sono talmente numerosi che basta allontanarsi da uno di questi che già si ricade nel raggio d'azione di un altro. Ed è notizia di stamane: il ministro della sanità Livia Turco ha promesso che sarà fatta una V.I.A (valutazione di impatto ambientale) preventiva, una specie di analisi sul territorio per valutare quanti morti ci potrebbero essere se il famigerato impianto verrà realizzato. Un avvenimento storico 

 

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