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e vissero tutti felici e contenti

Sample ImageDel rogo De Longhi di Treviso si è detto già parecchio. Non tutto, però. Non si è detto, per esempio, che il muro di gomma eretto dalle cosiddette “autorità” sta funzionando e, piano piano, sarà insabbiato tutto. Siamo a buon punto. La gente è stufa, i mezzi d’informazione hanno ben altro cui prestare attenzione (ragazzi: Chiambretti sarà con Pippo Baudo a Sanremo l’anno prossimo!) e chi si è lagnato in Procura della Repubblica si è visto cestinare la lagnanza perché respirare gas e polveri e averne casa e terreni invasi, a Treviso non fa male. Anzi, quella roba, sempre a Treviso, non si è nemmeno sprigionata dal rogo. E, per essere più tranquilli, ecco un bel divieto di prelevare campioni all’interno della fabbrica per qualche ficcanaso senza Dio. Se quella roba non c’è è forse un miracolo? Può darsi: i veneti sono un popolo pio e per un attimo, certo in accordo con il facente funzione di sindaco, l’ARPAV, i pompieri e, vivaddio, il Procuratore della Repubblica, il Signore ha sospeso le leggi della fisica, della chimica e della biologia. Dunque, se quella roba non c’è né c’è mai stata, l’unico danneggiato è il signor Bepi (De’ Longhi) che piange la scomparsa di quanto aveva di più caro al mondo: la fabbrica di Fiera. Se qualcosa c’è – magari, diciamolo sottovoce, un po’ di diossina e di polveri fini ed ultrafini – si dia una lavatina proprio per scrupolo e poi, per carità, basta con questa ossessione! Si deve pur vivere!

Il 19 maggio, giusto qualche settimana dopo l’incidente di Treviso, ecco che a Monte Ardone,

nei pressi di Parma, una discarica va a fuoco. Nessun dubbio: autocombustione. E ,allora, le autorità mandano un’occhiata severa al Signore: “Se a Treviso hai fatto sparire la diossina, hai fatto sparire le polveri, e dal rogo non è uscito un bel nulla, non fare scherzi qui!” E, difatti, le religiosissime autorità parmigiane, fidando sull’equanimità del Signore, hanno immediatamente e prima di ogni indagine rassicurato la popolazione: “Tranquilli: tutto a posto. ”Ora a Bustighera di Mediglia, non lontano da Milano, da qualche giorno, esattamente dal 20 scorso, sta bruciando un impianto di vagliatura e trattamento dei rifiuti. Eh, no: Mediglia ha un suo orgoglio e non è certo da meno di Treviso e di Parma. Anche qui, dopo giorni di fumi, è tutta aria di montagna e non si discute.Ma episodi del genere sono ormai all’ordine del giorno e, se le dimensioni non sono proprio gigantesche, nessuno ne parla, nessuno è informato. Meglio così. Lasciando da un canto Brescia, un caso ormai appartenente alla storia della psichiatria, a Bologna è uscito un documento redatto da “scienziati” dove si dimostra che l’inceneritore fa bene alla salute. A Modena l’inceneritore verrà più che raddoppiato con una decisione forse legale ma certo illegittima presa mesi prima che si tenesse una riunione in Comune per discutere tecnicamente il problema – e si veda in proposito il pdf “L’Inceneritore di Modena” in questo sito – con il placet di qualcuno che non ha capito nulla del problema perché non ne ha gli strumenti culturali e a dispetto dell’opposizione fermissima dell’Ordine dei Medici. Anche dai camini di Modena, comunque, uscirà aria pulita di regime perché il signor sindaco gradisce così. A Bolzano c’è un inceneritore così bello che le centraline di monitoraggio si rifiutano addirittura di dare i risultati per settimane. A Ferrara la turbogas emetterà solo un pochino d’acqua distillata o, forse, qualcosina di più, ma poco poco. Di questo abbiamo la rassicurazione autorevole di Sergio Golinelli, l’assessore provinciale (verde!) all’ambiente (grazie, Pecoraro!). A Riccione c’è un inceneritore a quattro chilometri dalla spiaggia ma nessuno dei villeggianti è avvertito. Dopotutto, a Riccione si va per respirare aria di mare che fa tanto bene alla salute. A Salerno il sindaco sponsorizza un impianto d’incenerimento, anche questo, e ci mancherebbe!, pulito. In Sardegna l’ineffabile governatore Soru inciterà i suoi isolani a produrre tanta immondizia perché così regalerà loro un sacco di energia pulita con il gioiello di Ottana. Il Salento è sotto assedio, ma nessuna preoccupazione: anche lì sarà tutta aria benedetta. A Civitavecchia si sta cocciutamente devastando il territorio con una centrale a carbone. Ma qui ci fu la benedizione dello scienziato Veronesi e allora… E a Gualdo Cattaneo? E a Terni? E a Gubbio? E, tra un po’, ad Acerra? E si potrebbe continuare quasi all’infinito con un elenco che è un bollettino di guerra. Come dice l’Herald Tribune International nella prima pagina del 12 giugno scorso, l’Italia è il paese dell’immondizia. Ma a noi che c’importa? La parola d’ordine è: tranquillizzare, e farlo ad ogni costo, a costo di distorcere la realtà dei fatti, a costo di fingere grottescamente di avere risultati di analisi tecnicamente impossibili da ottenere nei tempi dichiarati, a costo di rendersi ridicoli, a costo di sparare addosso a chi, ingenuamente, ha detto la verità, a costo d’infrangere ogni legge della Natura e degli uomini, a costo di mettere in pericolo la salute di chi si dovrebbe amministrare con buon senso ed onestà. La tecnica è sperimentata: davanti ad un pericolo, la gente, intendo la maggioranza della gente, non vuole sapere che cosa ne dice la scienza vera. La gente vuole essere tranquillizzata. Così le varie autorità locali emettono i comunicati che la gente vuole, qualche “scienziato” disponibile a far da palo si trova sempre e senza difficoltà, i media non hanno alcun interesse ad andare contro i poteri, locali o nazionali che siano, perché, in fondo, non avrebbero nulla da guadagnare, e tutti vissero felici e contenti.