Ormai da qualche anno sono impegnato a fare la guerra agli sporcaccioni, vale a dire a chi inquina facendolo quasi sempre, il che è un’aggravante, a scopo di lucro.
Le bordate che potevo sparare le ho sparate non solo in Italia e verità storica vuole che i successi siano stati un bel filotto senza eccezioni, a partire dal primo che un po’ di anni fa mi valse la cittadinanza onoraria di Montemaggiore, a due passi dalla fatale Urbino, una cittadinanza di cui vado fiero.
Qualche giorno fa, a dispetto del solito politicuzzo tutto spocchia ed arroganza, abbiamo vinto a Cinigiano,
un piccolo comune del Grossetano nel mezzo di vigneti pregiatissimi tra i quali quelli del Brunello di Montalcino. Con una bella squadra di esperti, l’avvocato Michele Greco in testa, abbiamo fermato una centrale della famiglia demenziale delle biomasse. Lì, come del resto dovunque, quei mostriciattoli non sono solo perfettamente inutili ma provocano disastri all’agricoltura, all’ambiente e, in primis, alla salute. L’unico motivo della loro esistenza è far fare quattrini ad imprenditori d’assalto e a politici “disinvolti”, il tutto a spese del borsellino e della salute del povero Pantalone che, nella maggior parte dei casi, viene addirittura convinto che quell’impianto sia rispettoso della Natura (il prefisso “bio” ficcato dovunque è un efficacissimo espediente truffaldino) e qualche tenero gonzo è perfino sicuro che pagherà meno l’energia, ignorando che, invece, ogni impianto che nasce comporta aggravi di costi per la follia degl’incentivi di cui gode.
Ora ho in piedi Cerveteri in provincia di Roma e Santa Maria a Monte nel Pisano. Ma c’è altro in attesa. E non solo inceneritori, comunque li si voglia chiamare. C’è, per esempio, Borgo Valsugana dove sorge una fonderia che per l’Università di Trento – guarda un po’ – esala aria balsamica di montagna. Se lo dice l’Università di Trento, le palline d’acciaio che abbiamo trovato nei due tumori analizzati in zona vengono da Marte e, fossero mai di produzione locale, sarebbero comunque tutta salute. (http://www.vitalmicroscopio.net/2013/07/trento-acciaieria-sotto-accusa-per-disastro-ambientale/)
Piano piano, a dispetto dell’anestesia generale somministrata a piene mani, c’è chi si sveglia, ma si tratta ancora di casi sporadici. La stragrande maggioranza dei nostri connazionali, senza saperlo, sta preparando un futuro infernale ai propri figli. Chi sa, si attivi perché, altrimenti, sarebbe complice di un genocidio.
domanda
Oltre gli impianti che grazie al suo intervento poi non sono stati realizzati, ha mai contribuito a far chiudere un impianto già attivo e funzionante?
RISPOSTA
Sì
SPORCHI DA MORIREOrtona è un comune in provincia di Chieti, dal clima invidiabile e da uno stupendo territorio.Panorami mozzafiato, mare e dolci colline dove coltivare ulivi e pregiatissimo vino [url]http://www.ortonese.it/[/url] Con l’avvento dell’era industriale anche Ortona, ha dovuto cedere il passo ad attività sempre più impattanti, purtroppo però ciò non è mai sembrato un problema con cui, prima o poi, farne i conti.Il nord industrializzato era il loro “sogno proibito” e con il Centro oli (AGIP) presente da decenni e le piattaforme petrolifere potevano puntare ad un importante riscatto. [url]http://dorsogna.blogspot.it/[/url] La popolazione poi, vista a mancanza di lavoro, ha sempre… Leggi il resto »
Faccio seguitoalla risposta precedente con un ulteriore domanda, purtroppo un po’ sciocca: un gruppo di cittadini italiani X, che volessero far chiudere un inceneritore che si trova per esempio ad 1 Km dalle loro case, che iter dovrebbero seguire, che figure professionali / consulenti dovrebbero coinvolgere, con quali tempistiche e con quali costi? non vorrei ridurre la complessità del problema ad un livello troppo semplicistico e banale, ne mi aspetto che esista una risposta univoca e valida in ogni caso, sto cercando di capire, estremamente in sintesi, come si sono svolte le precedenti esperienze terminate con successo…grazie per la pazienza.… Leggi il resto »