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Depressione e orgoglio patrio

Credo di essere depresso. Me l’ha detto un mio vicino di casa che a suo tempo arrivò a pagina 30 dell’Interpretazione dei Sogni di Freud. In realtà lui credeva si trattasse di un metodo per vincere al lotto ma poi, inoltratosi nella lettura, ne rimase folgorato. Così, arrivato addirittura a pagina 30,si è convinto di saperne più che abbastanza e ora è considerato unanimemente un esperto di psicologia, tanto che aspetta una chiamata in TV.

Parlandoci da una finestra all’altra gli ho detto che ho perso interesse per il mondo, per le cose che contano davvero, per i grandi avvenimenti: “La radio di stato non fa che tenerci aggiornati sul matrimonio di Vasco Rossi e a me non me ne frega niente,” gli ho detto.

Il mio vicino mi guarda con l’occhio di chi già si è imbattuto in queste patologie e “Non glie ne frega niente nemmeno delle considerazioni illuminanti del Maestro sul matrimonio?” mi fa.

“Zero,” rispondo io.

“Mmm… Ha provato ad ascoltare un’intervista a Balotelli?”

“Sì, ma dopo un minuto ho tirato una scarpa contro la TV che adesso ha smesso di funzionare.”

“Sì, il caso è piuttosto grave. Se nemmeno Balotelli…”

Me ne sono tornato con la testa dentro casa come fossi una tartaruga.

Mia moglie aveva la radio accesa e io non potevo non sentire la comunicazione di un tale che, stupito, ragguagliava gli ascoltatori sul fatto che il gettito IVA era precipitato. Ma va! In una società ormai al tappeto, una società in cui non ci sono più i soldi per un etto di mortadella, un genio dell’economia ha l’idea brillantissima d’innalzare le tasse e poi si stupisce dell’effetto. Capisco che tra un anno scarso questo genio se ne andrà in un esilio opulento e avrà lasciato le casse statali in una condizione di cachessia inferiore a quanto non fossero al suo arrivo, ma, dall’altra parte, per arrivare a tanto avrà spezzato le gambe ad una nazione ormai, comunque, in coma irreversibile. Sarà perché sono depresso, ma mi assale il desiderio di un confronto fisico a suon di legnate.

Telefono all’USL. Ho bisogno di una visita dello psichiatra.

“Deve ritelefonare dopo Natale – mi risponde la voce dall’altro capo del filo. – Adesso stanno accorpando i reparti. La Psichiatria andrà probabilmente con l’Ortopedia e, per razionalizzare, l’ospedale di Modena verrà accorpato a quello di Gioia Tauro con tutti i reparti che cominciano con una vocale dislocati a Montenero di Bisaccia e quelli che cominciano con consonante a Opicina.”

“Il mio è vocale o consonante?”

“Psichiatria mi dicono essere consonante e Ortopedia vocale. Sembra sia deciso così. Dunque, si vedrà.”

“E intanto, io che faccio?”

“Non si preoccupi. Aspetti. L’anno prossimo partirà il concorso per il primariato.”

“E i concorrenti? Chi sono i concorrenti?”

“Sono solo due perché gli altri si sono ritirati. Tutti finiti all’estero. Sono rimasti il figlio dell’onorevole Scartoffia che è ancora studente…”

“Ma ha sei anni!”

“Appunto: è studente. E c’è la dottoressa Jezabel Paradiso.

“Ma chi è?”

“E’ laureata all’Università di Paperopoli ed ha un curriculum importante.”

“Di che?”

“Oh, insomma! Non è mai entrato nel sito Internet 90-60-90?”

Lascio che il telefono penzoli appeso al filo.

Ma, inaspettata, arriva la notizia che mi tira su. A Nonantola, il paese dove io svolgo la mia attività di statista, è accaduto un episodio che mi fa respirare: in Italia c’è ancora il senso della giustizia. Si dà il caso che ad un bar arriva un camion. Da questo scende un tale che, nella calura di questi giorni, scarica un po’ di merce che il bar stesso gli aveva ordinato. Ad operazione ultimata, l’uomo gronda sudore e il barista, seguendo un disegno criminale, gli porge una bottiglietta d’acqua minerale a suo dire per alleviargli l’arsura. A questo punto entra in scena l’angelo vendicatore. Balza fuori un finanziere che coglie i due delinquenti in flagranza di reato e appioppa al bieco barista la giusta punizione: centocinquanta Euro di multa per omessa emissione dello scontrino fiscale. Avremo le gambe spezzate, ma la Giustizia con la g maiuscola non è ancora morta. Ecco, allora, che la depressione passa e lascia il posto all’orgoglio patrio.

3 Commenti
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Enrica
12 anni fa

La speranza è l’ultima a morire
Che dobbiamo fare? L’importante è avere pazienza. Ieri, mia sorella, con una telefonata inaspettata, mi ha comunicato che, finalmente, alla tenera età di 60anni, dopo anni di attesa e di precariato è finalmente assurta all’insegnamento di ruolo. Coltiva buone speranze, quindi, per poter accedere, verso gli 85/90 anni ad una decente pensione.

Fabbri A.
12 anni fa

Io oltre che depresso sono anche molto pessimistaChe dobbiamo fare? (chiede Martolini Enrica)Io credo che dovremmo fare la rivoluzione, non credo vi sia altra soluzione (col voto non cambierà nulla).Ma siccome l’italiano non è abituato a fare le rivoluzioni e io per primo non saprei da dove cominciare, credo che dovremo tenrcelo in quel posto ancora per parecchio.Questo i nostri governanti lo sanno ed è per questo che continuano a stare tutti (anche quelli indagati) sugli scranni da dove continuano a prenderci per i fondelli… e temo ci prenderanno per i fondelli per molto tempo ancora… RISPOSTA Abbiamo sempre un’alternativa:… Leggi il resto »

Sauro.S
12 anni fa

C’è chi dice no !C’è chi come voi non si rassegna malgrado tutto e tutti, mosche bianche in questo schifo !! [url]http://www.linkiesta.it/blogs/veleni-d-italia/attentato-alla-toga-del-polo-chimico-di-mantova-ma-i-giornali-son-troppo-distr[/url] RISPOSTA Anni fa la Procura della Repubblica di Mantova ci ordinò delle analisi sull’aria cittadina con particolare riguardo alle emissioni di un particolare impianto. Noi lavorammo per mesi pendolando tra Modena e Mantova, analizzando una caterva di campioni e, alla fine, presentammo i risultati. La Procura, cui era stato presentato il preventivo delle spese e che aveva data la sua accettazione, ci disse che la nostra corposissima relazione era di suo gradimento e poi… e poi non ci… Leggi il resto »