A distanza di oltre un anno e mezzo, devo un grazie a milioni di persone: grazie per non avermi dato il voto quando mi presentai alle elezioni politiche come candidato premier.
Il mio ringraziamento non è per avermi evitato una copia del duomo di Milano sul naso, ma per non avermi costretto a sedere sui banchi del parlamento nazionale.
Certo sbagliando, la primavera scorsa mi lasciai convincere ad entrare come capolista in Amo Nonantola, una lista civica d’ispirazione prevalentemente ecologista senza alcuna affiliazione di sorta a partiti politici, e, ahimé, fui eletto. Così mi ritrovo ora, da qualche mese, ad essere consigliere d’opposizione in un comune di 15.000 anime ai confini settentrionali di Modena, una zona particolarmente inquinata sia dall’inceneritore modenese situato ad un tiro di schioppo sia da un’area industriale da poco raddoppiata e grande oggi più o meno quanto il capoluogo comunale stesso.
Non contenti del disastro, i signori che siedono nei banchi della maggioranza stanno trasformando aree al momento destinate a depositi agroalimentari o agricole tout court ad aree industriali, così aggravando una situazione ormai intollerabile. Ma questa è l’opinione di un noto catastrofista quale io sono, non certo di saggi amministratori che portano avanti la fiaccola del progresso e di tutti gl'interessi che il progresso regala.
Inutile dire che l’ineffabile ARPA, coerentemente con sé stessa, non rileva nulla di anomalo (ma le mie analisi, sì, eccome!) e che chi un tempo stava all’opposizione ed ora preferisce il tepore di una comoda e remunerata maggioranza ha saggiamente cambiato opinione circa l’aggressività dei veleni. Insomma, niente di nuovo.
Ieri sera, però, la rocciosa maggioranza nonantolana ha dato spettacolo. Il gruppo PdL-Lega Nord che siede in minoranza presenta una mozione per chiedere che il crocifisso
non sia tolto da certi ambienti pubblici. Al che la maggioranza reagisce indignata: come si fa a conservare un simbolo così discriminante verso chi non è cristiano? E giù dichiarazioni severissime contro chi è così violento da pretendere un’orrore del genere.
Si passa al voto e, come è naturale, la mozione viene bocciata senza pietà.
È qui, in questo momento preciso, che la maggioranza ha in serbo la sorpresa. Che cosa ti estrae dal cappello? Niente meno che una mozione in tutto e per tutto identica a quella cestinata appena un minuto prima. Non sto scerzando: la rocciosa maggioranza pretende che il crocifisso resti dov’è, saldamente appeso al muro.
A questo punto PdL-Lega Nord abbandona l’aula, io faccio la mia dichiarazione di voto manifestando nausea per un comportamento che solo il possesso di tre neuroni a testa (parola di un consigiere di maggioranza prestata in altro contesto nella stessa seduta serale) può giustificare. Va da sé che non c’è traccia di rispetto per gli elettori, mera carne da voto (così come certi consiglieri signorsì di cui nessuno ha mai sentito la voce), sempre ignari di ciò che accade in consiglio perché la maggioranza, chissa perché, rifiuta l’istallazione di una telecamera per trasmettere le sedute via Internet, né c’è traccia di dignità da parte di chi non ha la più pallida idea di che cosa significhi condurre una comunità e non si rende nemmeno conto della farsa che interpreta.
Il colpo di scena finale è che, stante l’assenza di qualche consigliere di maggioranza che aveva evidentemente preferito cenare a cotechino e fagioloni marinando la seduta, mancava il numero legale per procedere. Con grande imbarazzo si aspettava la mezz’ora canonica disponibile per raccattare i brunettianamente colpevoli consiglieri impegnati a fare il chilo e, fallita la ricerca, buon Natale e tutti a casa.
Ecco, allora, il mio grazie a chi non mi ha mandato a Roma. Se a Nonantola (ripeto: 15.000 abitanti) sono costretto ad assistere alla cottura di minestroni nauseabondi dei cui ingredienti preferisco ignorare l’origine, che sarebbe successo a Roma dove mi sarei trovato al cospetto di minestroni proporzionati ai 60 milioni di sudditi (non ho sbagliato vocabolo) che del parlamento sono spesso vittime sacrificali?
Dunque, grazie della vostra pietà.