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Il prossimo d’importazione

Di 3 Settembre 2010 1 commento

L’idea corrente di progresso è quella legata più o meno esclusivamente alla tecnologia. L’invenzione dell’automobile è progresso, quella del computer è progresso, quella del telefono cellulare è progresso, quella delle bombe all’uranio è progresso…

Ma l’Uomo in quanto produttore di pensiero? Esiste un progresso misurabile per lui? Progresso e civiltà nella più nobile delle accezioni sono in qualche modo sinonimi?

Leggendo i giornali di questi giorni, ci s’imbatte frequentemente nella tragedia di una signora iraniana che risponde al nome di Sakineh. Costei,

giudicata colpevole di complicità nell’omicidio del marito e di adulterio, è stata condannata a morte, e questa morte dovrà arrivare tramite lapidazione. Un evento non certo raro in tante plaghe di questo pianeta che ci ha visto “progredire” per qualche centinaio di migliaia di anni almeno.

Dal punto di vista tecnico, i maschi condannati a quella pena vanno sepolti nella terra fino alla vita. Le femmine, fino al petto (la decenza, innanzitutto!). Poi gli esecutori lanceranno verso di loro delle pietre che, precisa la legge, non devono essere tanto grosse da uccidere subito né tanto piccole da non fare troppo male. Insomma, morte sì, ma morte lenta e dolorosa, magari per il diletto di un folto pubblico come avveniva, ad esempio, nell’Afghanistan di pochi anni fa.

Al di là dell’illegittimità morale di uccidere un essere umano, argomento su cui non voglio entrare per la sua ovvietà, vorrei soffermarmi su di un elemento curioso. La pena di morte tramite lapidazione è descritta nella Bibbia e nel Corano e, mentre nel paesi dove il primo resta più o meno un libro sacro di lapidazione non si parla più da parecchi secoli, dove impera il Corano le cose stanno diversamente. Non dappertutto, ma quel che c’è basta e avanza.

A quanto parrebbe leggendo qua e là, sarebbe un hadith, cioè un’esternazione  di Maometto (Hadith, volume 8, Libro 82, numero 810), a prescrivere la lapidazione per il terribile reato di adulterio, terribile perché tutto ciò che è legato al sesso è materia penale almeno per le religioni che gravitano intorno al Mediterraneo. Insomma, l’ultimo profeta riferisce la parola di una divinità non solo assetata di sangue, ma soddisfatta solo se questo sangue arriva in modo crudele (non lo chiamo disumano perché c’è tanto dell’Uomo in questo).

Tutto ciò non può che suscitare orrore. Addirittura ripugnanza in noi occidentali, in noi italiani che siamo, come è noto, brava gente. E, allora, via agli strepiti sui giornali, alla radio e alla TV. Via alle manifestazioni pubbliche (con quattro gatti), e via alle proteste formali dei nostri uomini politici. Sakineh non sia lapidata. Per tutti gli altri? Beh, si arrangino.

Ma noi? Ci siamo mai guardati allo specchio noi italiani, brava gente che siamo?

Noi non faremmo mai una cosa così sconvolgente come ammazzare a sassate qualcuno (per lo meno su ordine di un tribunale di oggi), non importa di che cosa reo: lo spettacolo sarebbe insopportabile. Farlo, poi, in nome di dio! Ma non scherziamo!

Noi teniamo il nostro dio al riparo delle nostre chiese e, forse per discrezione, forse per non turbarlo, lo conserviamo all’oscuro di quello che facciamo.

La lapidazione – è cosa inconfutabile – comporta una morte barbara ma, tutto sommato, rapida. Un dio assetato di sangue sì ma, a ben guardare, saziabile in poche decine di minuti. Il nostro dio, quello che adoriamo non a chiacchiere ma a fatti, pretende ben altro. Mammona, il profitto, non pretende direttamente la morte di nessuno, ma non fa una piega se queste morti arrivano, né se si tratta di morti lentissime e dolorosissime. E se capita di partorire uomini malformati, pazienza: ubi maior (i quattrini) minor (la vita) cessat.

Così, sull’altare di Mammona si accendono inceneritori, impianti a cosiddetta biomassa, turbogas, centrali termoelettriche ad oli pesanti o a carbone, cementifici che bruciano veleni, centrali nucleari e quant’altro possa partorire denaro. Anzi, tutto quanto possa traslocare denaro da tasche semivuote a scarselle che di soldi traboccano già. Il tutto con la benedizione di tanti fra coloro che hanno fatto dell’informazione il loro mestiere e lo hanno tradito al primo accenno di temporale, di quasi tutti coloro che si sono dedicati alla carriera politica, di chi era partito avendo in mente una vita per la scienza,o, peggio ancora, per la medicina, per poi cedere alla prima tentazione. E che dire dei magistrati che trovano più tranquillo archiviare o dedicare le proprie energie a qualche scandalo di veline che sniffano coca lasciando che decine di milioni di persone tenute con arte nell’ignoranza sniffino fumi mille volte più velenosi? Ma forse peggio, almeno per l’ipocrisia repellente in cui sguazzano, sono coloro che gridano in piazza contro gli orrori, per indiscutibili che siano, dei nostri vicini musulmani o sono quelle dame di carità con le mani unte che versano calde lacrime sui condannati a morte dai tribunali e, girato l’angolo, per il proprio interesse o per il proprio squallido piacere, condannano di fatto a morte o a sofferenze atroci uomini infinitamente più numerosi e certo innocenti. Tanto per fare un esempio molto vicino, il microscopio elettronico con cui noi, per quanto ci era possibile, tentavamo di fare qualcosa per quei sofferenti e per evitare morti atroci resta dal 22 gennaio inutilizzato ed inutilizzabile per volere di qualcuno che non ha nemmeno il coraggio di dibattere in pubblico (o anche solo in privato) sul perché di quell’impresa. Per loro, per quei poveri personaggi infelici, fino a che non sarà reato, tutto il mio schifo ma anche la preghiera che una divinità non sanguinaria abbia la misericordia e lo stomaco di perdonarli.

Mi pare di ricordare che Gesù rispondesse alla domanda chi sia il prossimo, “il prossimo è chi ti sta vicino” e raccontasse la parabola del buon Samaritano. Evidentemente, con la globalizzazione, il prossimo lo importiamo da lontano.

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Sauro Sarti
14 anni fa

Proviamo
Proviamo almeno una volta metterci in discussione ,
proviamo almeno una volta mettere in discussione ciò che dice chi ti stà simpatico,
proviamo capire se veramente siamo persone libere che pensano con la propria testa ,
proviamo a veramente costruire un mondo migliore per noi e non come spesso abusiamo il termine “per le future generazioni” , perchè mi sà tanto che se non riusciamo farlo per noi …… il prossimo si dovrà arrangiare come può…!!!