Aiuto!

di Antonietta Morena Gatti

 

Chiedo aiuto a tutti voi che siete in rete. Ho bisogno del vostro aiuto per capire.

Il fatto: esiste una persona

che io non ho mai conosciuto personalmente, che ho visto di sfuggita solo due volte, una di queste ancora più di sfuggita nel momento in cui veniva portata via dalla polizia municipale dalla sala della Protomoteca in Campidoglio dove si svolgeva una conferenza cui io partecipavo con il sindaco di Roma Alemanno presente.

 

Da anni questa persona imperversa in rete, non di rado sotto un buon numero di pseudonimi, riversandomi addosso fiumi di veleno. Da anni questa persona con cui non ho mai avuto la minima relazione e alla quale, naturalmente, non ho mai fatto del male mi ha preso a bersaglio. Da anni questa persona segue con morbosa assiduità ogni mio passo. Se pubblico un lavoro scientifico, immediatamente lo critica pur non appartenendo al mio settore e, quindi, avendo un background culturale diverso, si esprime in modo scientificamente fuori contesto. Non solo, ma scrive ai miei eventuali coautori e, addirittura, all’editor della rivista scientifica del caso, criticando ciò che ho pubblicato. Poco importa se, quando riceve risposta, questa è quella che viene cortesemente data ad un dilettante velleitario. Il tentativo di colpire c’è stato.

Occorre sapere che nelle riviste scientifiche di un certo pregio ci sono almeno due o tre referee, cioè scienziati o ricercatori del settore specifico riconosciuti ad alto livello che leggono l’articolo proposto, lo criticano su base scientifica, tecnica e metodologica, fanno i loro commenti e le loro valutazioni sulla validità degli assunti e dei dati e pongono domande all’autore. Poi, se tutti sono d’accordo, danno il loro placet alla pubblicazione. Di fatto, la persona di cui sono vittima non risulta aver mai pubblicato su riviste con referee né di possedere un curiculum che riporti anche una minima citazione nel settore di cui io mi occupo da ormai molti anni ad un livello che chiunque può controllare, né mai risulta abbia partecipato a progetti di ricerca internazionali in qualunque settore. Eppure, nonostante tutto, questa persona si permette di criticare, per di più in modo assolutamente inappropriato da qualunque punto di vista, perché, nel suo immaginario, lei sola ha la verità scientifica, pure in un campo di cui ignora le stesse basi.

Per poter fare tutto ciò, in effetti un vero e proprio lavoro a tempo pieno,ogni giorno questa persona, usando il tempo e le attrezzature del suo datore di lavoro, un datore di lavoro che ha preso le distanze dissociandosi, dedica a me le sue fatiche investigando su che cosa io stia facendo e dove mi trovi e, quando è riuscita a farlo, si è presentata ad una mia conferenza distribuendo volantini ingiuriosi di sua composizione, tentando di porre domande del tutto fuori tema ma, soprattutto, parlando di me con i presenti che ha cercato d’intrattenere nei termini che lascio immaginare. La tecnica è quella di avanzare dubbi, anzi, di dare certezze, relativamente ad una mia presunta incompetenza scientifica. Il tutto, naturalmente, senza offrire alcuna dimostrazione, non fosse altro che per l’impossibilità da parte sua di fornirne.

Mentre la giustizia fa il suo corso, visto che, dopo anni di persecuzione sono stata costretta ad avanzare una querela a carico del personaggio, chiedo aiuto a voi, soprattutto se tra chi mi legge c’è uno psichiatra o uno psicologo, per capire il perché di questa forma di persecuzione e diffamazione messa in atto da una persona che mi è del tutto estranea e che non avrebbe alcun motivo per mettere in scena quella che appare una vendetta, non è chiaro a ragione di che cosa.

In questo momento sto dando il mio contributo a livello nazionale ed internazionale per aiutare i soldati che vanno in missione di pace e là si ammalano. Questa persona sta ledendo anche loro e, anzi, loro molto più di me, e sta ledendo pure il lavoro che altri come me fanno affinchè questi ragazzi riescano ad avere riconosciuta almeno una pensione. Se questa persona è davvero quella sorta di divinità onnisciente che pretende di essere dovrebbe dedicarsi alla ricerca dei problemi su cui io sto lavorando da tanti anni portando il suo contributo. Se questa persona, poi, avesse una coscienza, dovrebbe cercare di dare una mano ai ragazzi ammalati che io tento con tutte le mie forze di aiutare e non di affossarli come sta facendo.

Antonietta M. Gatti