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Adesso, basta davvero.

Io non sono una persona che cede alla paura né una persona che si arrende facilmente, ma, quando perdo, riconosco la sconfitta.

Fare a botte (metaforicamente!) con persone intelligenti non è un problema. Più difficile è confrontarsi con i vili che se la danno a gambe. Più difficile ancora è affrontare i mascalzoni, in particolare se sono pure vili. Impossibile, invece, è rapportarsi con gl’imbecilli, e qui, riconosco la sconfitta.

Mi dispiace affrontare per la millesima volta lo stesso argomento e invito chi conosce la situazione a non perdere altro tempo e a chiudere qui la lettura, ma

sono costretto ancora una volta a ripetere:

1. La raccolta fondi per il microscopio fu allestita con l’unico, esclusivo e dichiarato fine di munire mia moglie e me di un microscopio elettronico, il che è riportato con chiarezza cristallina anche nei blog della Onlus Bortolani e di Beppe Grillo. Mai si parlò di altre destinazioni e, per questo, ogni altra destinazione costituisce un’infrazione rispetto alle intenzioni dichiarate.

2. È falso che l’Università di Urbino sia stata indicata da noi come destinataria del microscopio che fu acquistato tramite la ormai fin troppo nota raccolta fondi. Noi non abbiamo mai indicato nessun’altra destinazione a parte il nostro laboratorio come, del resto, sempre dichiarato in fase di raccolta fondi. Peraltro, sia l’intenzione di toglierci lo strumento sia tutto il lungo negoziato tra Bortolani ed Urbino sono stati tenuti accuratamente nascosti, mai avvertendo noi e mai avvertendo i donatori, per evitare che si mandasse a monte l’affare.

3. È ridicolo affermare che noi sottoutilizziamo il microscopio.  Al proposito si valuti la fonte di un’idiozia così palese: chi parla di sottoutilizzo non solo non ha idea di che cosa sta dicendo, ma non si è mai preso la briga di controllare e, dunque, si sta prendendo ancora una volta gioco degli allocchi che prestano loro fede.

4. È falso che noi dobbiamo riferire dei nostri studi alla Onlus Bortolani (vedi sito della Onlus Bortolani stessa). Comunque, per motivi che non saprei spiegare, la Onlus Bortolani non risponde alle nostre telefonate, lettere ed e-mail da lunghissimo tempo.

5. È ridicolo cercare di far credere che si possano continuare le ricerche di nanopatologie ad Urbino. La città dista non meno di tre ore d’auto da Modena e più ancora di treno, e noi abbiamo necessità di disporre dello strumento tutti i giorni (con tutta l’attrezzatura ancillare e i locali idonei sia tecnicamente sia legalmente) e, in diverse occasioni, dobbiamo disporne anche di notte in una modalità automatica non disponibile ad Urbino. Come già ripetuto, chi ha inventato un’enormità del genere è un estraneo alla ricerca o, in alternativa, qualcuno che, prendendo ipocritamente per i fondelli le sue vittime, sa perfettamente come imbavagliare la ricerca. Il verbo imbavagliare è usato a ragion veduta per motivi storici.

6. L’intera Università di Urbino non ha mai prodotto una singola ricerca nel campo delle nanopatologie e, dunque, resta tutta da spiegare quella destinazione che, comunque, non era mai stata dichiarata alle persone cui si chiedevano soldi.

7. L’Università di Urbino si porterà via il microscopio e noi ci riserviamo la possibilità di agire in giudizio per difendere la posizione nostra e dei donatori.

8. Io resto disponibile in ogni momento a confrontarmi pubblicamente con chiunque sull’argomento. Se chi ha allestito tutto questo ignobile luna park scappa, non so che farci.

E adesso, basta. Chi ha voglia di continuare a credere a fandonie avvilenti è libero di farlo. Prego, però, di smetterla di scrivermi chiedendomi ancora spiegazioni. Questo blog ha spiegato tutto all’infinito con post e con interviste che si trovano su Arcoiris. Inoltre, ho indetto conferenze stampa e visite pubbliche al laboratorio. Purtroppo, invece, mi è impossibile bussare ad ogni porta per spiegare i fatti. Chi vuole venire lunedì a vedere il microscopio che se ne va e a fare due chiacchiere con il preside della facoltà di scienze di Urbino, venga in laboratorio.