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aca’, pollo!

Per la TV io ho sempre avuto una piccola idiosincrasia e, dunque, ne sono sempre stato un cattivo cliente. Ora, poi, convalescente da Vespa, la TV la guardo ancora meno.

Ma evidentemente la TV la guardano in moltissimi e in molti la prendono fideisticamente per la bocca della verità. Così sto ricevendo una piccola valanga di messaggi allarmati riguardo ad una trasmissione di qualche canale berlusconiano chiamata “Corrida” in cui pare si esibisca una varia umanità di dilettanti televisivamente attraenti, versati nelle più disparate discipline.

L’occasionale pietra dello scandalo è stato un tale che pare abbia comunicato urbi et orbi di aver trovato l’uovo di Colombo in tema di rifiuti: buttiamoli tutti nel Vesuvio e il problema è risolto. Naturalmente io non ho idea se un pensiero così ridicolo e balzano sia frutto di uno scherzo, sia il magro parto di un autore di copioni in secca o sia qualcosa d’inteso seriamente. Dico, però, che l’idea non è nuova: già ben oltre un anno fa il petroliere Riccardo Garrone esternò un’idea simile che fu registrata dal giornalista reggiano Matteo Incerti.

Il dottor Garrone, cavaliere del lavoro e proprietario dell’industria petrolifera ERG, può senz’altro vantare la primogenitura: la differenza, ma una differenza tutto sommato poco rilevante, era che lui voleva buttare le porcherie che residuano dalla distillazione del petrolio nell’Etna. Quando prendevo parte agli spettacoli di Beppe Grillo, l’intervista veniva diffusa, il pubblico si spanciava dalle risate e poi mi si chiedeva un commento. Ma come si fa a commentare una cosa del genere senza essere presi dall’umana pietà?

Ora, io credo che chi frequenta abitualmente questo blog, chi legge i miei libri, chi viene alle

mie conferenze, chi ha frequentato una scuola media superiore non abbia dubbi a proposito della legge di conservazione della massa e sappia come da combustioni del genere si sprigionino veleni micidiali. Credo pure che non ignori come le tecniche siano altre. Dunque, non dirò nulla.

Mi preoccuperei, invece, dell’influenza terrificante della televisione sui cervelli: ciò che passa attraverso il tubo catodico diventa ipso facto verità rivelata. E allora gl’inceneritori di Barcellona e di Vienna da monumenti all’umana idiozia diventano, metabolizzati da Piero Angela, miracoli della tecnica da imitare; così come le 803.000 tonnellate annue di rifiuti trasformati a caro prezzo in schifezze a Brescia diventano una serena meraviglia grazie al martelletto magico di Mario Tozzi, o i cancri, le malformazioni fetali, le malattie cardiovascolari e quant’altro di patologico è scientificamente correlato alle polveri vengono taumaturgicamente sanate dallo “zero” del medico (!) Umberto Veronesi contrabbandato da Fabio Fazio.

Non è la Corrida il problema: lì lo spettatore che non sia totalmente sprovveduto è avvertito del fatto di trovarsi al cospetto di macchiette. Il problema è dove si spacciano bufale per scienza, e questo per proseguire nell’opera di assalto alla diligenza, senza rispetto per nessuno, generazioni future non certo escluse.

Con le dovute, ma ahimé rare, eccezioni, che le TV, così come i giornali, siano al servizio di chi offre di più è un fatto inoppugnabile. Che questi media detengano una capacità formidabile di manipolazione dei cervelli è un altro fatto altrettanto inoppugnabile. Tanto per fare un esempio, ieri sera ho guardato abbastanza eccezionalmente la TV e ho visto gran parte di Report, un programma quasi di culto per chi è assetato d’informazione non distorta. Bene, lì si trattava di trasporti e si mostravano le meraviglie dei treni spagnoli ad alta velocità, mentre dall’altra parte, in un rimbalzo di scene, si regalava impietosamente allo spettatore il povero ministro Bianchi un po’ fantozziano, palesemente incapace di reggere il confronto con il suo omologo iberico. Il messaggio più o meno subliminale che passava era che le nostre ferrovie fanno schifo – il che è impossibile da negare – e che la soluzione è il TAV, il treno ad alta velocità. Che se ne facciano del TAV i nove decimi dei viaggiatori abituali, quasi sempre i pendolari, resta da spiegare. Così come resta da spiegare perché dovremmo continuare a sorbirci una rete di trasporti ferroviari di cui si vergognerebbe qualsiasi paese del Terzo Mondo e, dall’altra parte, dovremmo spendere immense risorse finanziarie, quelle che basterebbero e, anzi, avanzerebbero, per rimettere in sesto gl’italici treni, dovremmo donare graziosamente altra ricchezza alla mafia (camorra, ‘ndrangheta, ecc.) e alla sua sorella siamese, vale a dire la politica, e dovremmo dare un altro colpo all’ambiente, il tutto in grazia di un progetto demenziale spacciato per una “modernizzazione”. Un barbone affamato che sfoggia una cravatta da mille Euro.

Come hanno capito perfettamente Berlusconi e il suo socio Veltroni, da quella scatola scaturisce il potere perché quella scatola è nient’altro che il terminale del cervello. Così, basta battere la gran cassa su un argomento perché questo diventi “l’argomento”, basta modificare anche di un niente i fatti perché l’opinione pubblica prenda una strada diversa, basta tacere su qualcosa di fastidioso perché questo qualcosa non esista. Chi ne ha voglia, veda quanto accesso ho avuto io, cioè qualcosa di fastidioso, quando ero candidato premier esattamente come i vari Veltrusconi, Casini, Santanché e altri personaggi della moderna commedia dell’arte, in RAI o, peggio ancora, nelle reti Mediaset (zero). Veda anche quanto accesso hanno avuto personaggi che non erano nemmeno candidati premier come, ad esempio, Di Pietro.

E se si vuole dare un’occhiata a qualcosa d’importante che non ha avuto pubblicità mediatica, si legga, nella sezione I Vostri Articoli, il post di oggi sulla pena di morte. Lunga vita alla TV!

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