A pensar male si fa peccato e io i peccati li evito con tutte le mie forze perché voglio poter sperare nel paradiso.
Vecchio che, seppure a mia insaputa, sono diventato, forse mi sono trasformato in un essere più saggio o, a scelta, meno stolto e, allora, mi limito a ridere.
La storia dei nostri microscopi è degna di tante risate anche se ci sono non pochi risvolti di tragedia che pare non avere mai fine.
State tranquilli: non è mia intenzione annoiarvi con le peripezie del primo microscopio, almeno fino a che tra poco non ricomparirà nella vicenda, né con quello che, stando a quanto circola nei bar, ci avrebbe “regalato” Beppe Grillo, carattere da commedia dell’arte genovese che, piuttosto che separarsi da una palanca si taglierebbe una mano e, dunque, non solo non ci ha regalato nulla ma di quell’apparecchio che ci apparteneva di diritto ha fatto qualcosa sulla cui nobiltà mi permetto di avanzare forti dubbi.
Come descritto nel libro Il Grillo Mannaro, mia moglie riuscì ad avere un microscopio elettronico, il primo, pagato in parte dalla Comunità Europea, in parte dal costruttore dell’apparecchio e in parte da denaro nostro. Quell’apparecchio visse una gioventù travagliata minacciata da tentativi di rapimento, fino a che mia moglie che, de iure, ne aveva la conduzione, lo fece trasferire al CNR di Faenza dove si trova tuttora.
Per dovuta gratitudine, così, a fronte di un regalino del valore di circa 400.000 Euro, quel benemerito ente di stato concesse alla dott.ssa Antonietta Gatti (mia moglie) l’associatura e il grazioso permesso di utilizzare il nostro microscopio.
Misteriosamente, però, da un bel po’ di tempo l’aggeggio non funziona o, almeno, ci viene detto essere non funzionante per un accessorio essenziale alle nostre ricerche e, dunque, per noi è inutilizzabile. Vero è, comunque, che lo si potrebbe rimettere in sesto semplicemente chiamando l’assistenza tecnica del fabbricante. Se, con ciò che sappiamo oggi, il malfunzionamento esista davvero è cosa di cui qualcuno che pensa male (non io!) potrebbe dubitare. Io resto all’ufficialità: in parte è rotto.
Accade ora che qualcuno segnali a mia moglie un articolo di Repubblica (http://www.repubblica.it/salute/2017/12/04/news/vaccini_il_ministero_della_salute_querela_il_codacons_per_procurato_allarme-183031764/) in cui, a sorpresa, si apprende della sua espulsione dal CNR.
La cosa è a dir poco insolita. Per essere espulsi non solo occorrono ragioni robustissime, ma si è per regola, per galateo e per ovvietà avvertiti dell’esistenza di un procedimento, venendo convocati per esporre le proprie ragioni e, nel caso, la propria difesa. Invece, nulla di tutto questo: espulsione via giornale quotidiano.
A questo punto mia moglie, appena arrivata dal Sudafrica dove condividiamo un progetto di ricerca con un’università locale proprio basato sulle nostre tecniche di microscopia elettronica, va a Faenza per incontrare la signora direttrice della sede del posto. Senza sorpresa, esattamente come è diventata la prassi, la signora si dà latitante, lasciando detto che ha dovuto presenziare ad una seduta, dove e di che non è chiaro, non iscritta in agenda. Ciò che si è appreso, però, è che la ragione dell’espulsione è il fatto che mia moglie, in complicità con il bieco dottor Montanari, ficca il naso nei vaccini, cosa che, di fatto, terrorizza il regime. Insomma, bisogna semplicemente fare in modo che non sia più disponibile alcun microscopio, proprio come è in progetto di fare a Pesaro con l’altro apparecchio, quello del giochetto Grillo-Bortolani che possiamo usare “almeno una volta la settimana” grazie anche a Vitalmicroscopio e a un giudice illuminato.
Semplificando: non potendoci radiare da nulla, la tattica più efficace è banalmente quella di toglierci la possibilità pratica di rivelare ancora le porcherie contenute nei vaccini.
Questo geniale stratagemma si affianca all’azione di personaggi illustri come l’ormai esperto Burioni e le new entry Silvestri e Cossarizza, affiancati brillantemente dai ragazzotti prossimi Pulitzer che, baciati da un’ignoranza che li protegge dai dubbi e leggeri di quoziente intellettivo, pubblicano le più tenere scempiaggini, certi di trovare, in mancanza di cervelli, almeno orecchi pronti a prestar loro fede.
Non so quanto costoro se lo aspettassero, ma i loro migliori alleati si stanno rivelando i cosiddetti anti-vax che si prodigano eroicamente perché non ci arrivi un microscopio a sostituire quelli presi prigionieri o abbattuti. Se accadesse una disgrazia simile, sarebbe una tragedia: invece di disporre dell’apparecchio solo saltuariamente, noi ce l’avremmo a disposizione 365 giorni l’anno, non dovremmo rendere conto a nessuno, e sai, allora, quante porcherie verrebbero alla luce! In quel caso toglierci i microscopi di utilizzo parcamente centellinato si rivelerebbe una dolorosa zappata sui piedi.
E noi? Beh, noi quello che potevamo, sapevamo e moralmente dovevamo fare l’abbiamo ampiamente fatto. Quindi, se il microscopio non arriverà, saranno solo fatti vostri perché io non risponderò più a tutte le centinaia di richieste con cui intasate la mia posta e fate squillare il mio telefono. Ognuno sia fabbro della sua fortuna.
Penso male? No: rido.
P.S. di qualche minuto dopo: Oggi pomeriggio alle 17 mia moglie ed io saremmo dovuti essere in diretta a una TV chiamata 7Gold. Com’è, come non è, la trasmissione è stata cancellata. Paura!
Buongiorno dottore.
Legga questo articolo scritto da Rino Rappuolo GSK, PUBBLICATO per fino su nature.
Hanno visto lungo…..
https://www.nature.com/articles/d41586-017-08323-0?utm_source=TWT_NatureNews&sf176084683=1
Dopo aver annientato gli antibiotici per ignoranza, stupidità e ingordigia, ecco il business emergente.