Anni fa mi stupivo nel constatare quanto fosse facile essere dei profeti: molto spesso era sufficiente guardare obiettivamente, senza essere fuorviati da interessi diversi dalla verità, certe situazioni. Ora è ancora più facile.
Ben prima di aprire il laboratorio in cui faccio ricerca, insieme con un gruppo d’infermiere feci con mia moglie una modestissima ricerca sul talco con cui si cospargevano i bambini appena estratti dal bagno. Ne prendemmo alcuni campioni prelevati dall’interno delle pieghe della pelle e li osservammo al microscopio ottico. La sorpresa fu che erano diventati delle piccole colture di muffe. Allora, per pura curiosità sociale, cominciai a chiedere a qualche mamma e, specialmente, a qualche nonna, perché usassero il talco, e nessuna di loro mi seppe dare una risposta razionale. Comunque fosse, tutte continuarono imperterrite ad intalcare amorevolmente.
Qualche anno più tardi il talco lo osservammo al microscopio elettronico e vedemmo come questo si presenti sotto forma di particelle piccolissime, anche nanometriche. In aggiunta, trovammo che in alcuni casi era presente come impurezza l’uranio. Considerando anche come il talco sia un minerale che dal punto di vista chimico assomiglia molto all’amianto, dissi e scrissi in più occasioni che racchiudere un bambino in una nuvola di nanoparticelle, in particolare nanoparticelle di quel genere, non era una cosa intelligente.
Ora il tribunale americano di St. Louis condanna la Johnson & Johnson, colosso multinazionale del settore farmaceutico e cosmetico, a pagare 72 milioni di Dollari alla famiglia di una donna morta di cancro alle ovaie perché, stando al tribunale, aveva usato in modo continuativo due prodotti a base di talco di quella ditta. Non posso certo dire che la cosa mi abbia sorpreso: bastava aprire gli occhi. Ancora nessuna sorpresa ma certo delusione nel leggere le reazioni di “scienziati” (tristemente virgolettati) i quali affermano che sì, in fondo, però, non è che, se uno invece…
Stando a quanto si legge, il tribunale statunitense ha bacchettato l’azienda anche perché non ha avvertito della potenziale pericolosità del prodotto. Questo serva da spunto di meditazione.
Non mi si fraintenda come, nonostante la chiarezza che mi sforzo sempre di mantenere, si fa molto di frequente: nessuna demonizzazione. Il talco ha usi industriali importanti (lo sapete che quasi metà del paraurti dell’automobile è fatta di talco?), ma mi si lasci chiedere perché un bambino dovrebbe essere sporcato da un minerale a dir poco sospetto quando lo si è appena lavato.
Io queste cose le ho dette. Poi ognuno faccia ciò che gli pare.
Piccola cosa
E’ una banalità’,,,,,, ,ma non si riesce a condividerlo su Facebook,mi piacerebbe divulgarlo il piu’ possibile ,…Scusi queste frivolezze.
RISPOSTA
Per scelta convinta io non ho accesso a nessun social network. Non so come funzioni la cosa ma, forse, se esiste qualche interesse, basterà fare un copia-incolla del post e appiccicarlo da qualche parte.
Eh già!!!
Talco sotto accusa, Johnson&Johnson dovrà pagare 55 milioni di dollari a una donna…
http://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/05/03/news/rischio_tumori_talco_sotto_accusa_johnson_johnson_dovra_pagare_55_milioni_di_dollari-139000021/?ref=twhr×tamp=1462282949000&utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
https://www.youtube.com/watch?v=4eQvVwuwVHM In questo servizio del telegiornale in riferimento alla vicenda del talco, al minuto 1 e 13 secondi, la giornalista afferma quanto segue: “Già nel 2006 l’agenzia internazionale di ricerca sul cancro aveva classificato il talco tra le sostanze cancerogene se usato sui genitali femminili mentre non risulterebbe pericoloso se utilizzato in altre parti del corpo!” “NON RISULTEREBBE PERICOLOSO SE UTILIZZATO IN ALTRE PARTI DEL CORPO???” Mi sta bene che hai usato il condizionale, ma davanti a prove tangibili come la presenza di nanoparticelle la pericolosità aumenta e di parecchio. Io se fossi nella giornalista ci andrei molto cauto con… Leggi il resto »