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Dopo Strongoli

Di 20 Dicembre 2011 1 commento

Questo post è per dare una risposta cumulativa.

A Strongoli la chiesa di Santa Maria che ospitava la mia conferenza era piena e chi c’era pareva molto interessato. Qualcuno si è sobbarcato anche un paio d’ore di viaggio per partecipare. Peccato per il signor sindaco locale che, invece, non ne sapeva nulla e non è stato così in grado d’intervenire. Impossibile, allora, non chiedersi che cosa sappia il signor sindaco del paese che amministra, un  paese di poco più di 6.000 abitanti in cui è quasi impossibile non conoscersi tutti. Oltre tutto, in paese c’era un discreto numero di manifesti che reclamizzavano la manifestazione ma, si sa, il sindaco mica può andare in giro a leggere sui muri.

L’organizzazione di Don Rosario Morrone e di Giuseppe Russano e soci sarebbe stata perfetta se il proiettore non avesse partorito immagini verdoline (per favore, leggete la sezione Conferenze e Convegni su questo blog!) e se gli organizzatori avessero provveduto ad informare personalmente il signor sindaco, magari curandosi di andarlo a prelevare a casa. E così avrebbero dovuto fare con chi gestisce l’impianto a biomasse (450.000 tonnellate/anno) piazzato a poche centinaia di metri dalla scuola. Assenti pure loro. Un servizio di auto per questi notabili sarebbe stata dimostrazione di riguardo. Che cosa conta se il 13 dicembre l’invito a sindaco, giunta e consiglio è stato protocollato dal Comune? Insomma, sabato sera a Strongoli c’era solo chi metteva sul tavolo verde la sua salute e basta senza nessuna possibilità di vincere qualcosa.

Strongoli altro non è se non uno dei tanti, troppi, paesi toccati dal “progresso”. Molti al Nord non conoscono la Calabria: si sappia che si tratta di una regione non solo bellissima ma verde al di là di ogni immaginazione. Ora, insieme con l’Umbria, è la regione che frana di più, e questo per il disboscamento demenziale di cui è vittima. E adesso si progettano gl’inceneritori di rifiuti. La Calabria non ha alcuna vocazione industriale e, tra l’altro, produce di gran lunga più energia di quanta ne consuma. Dire ai politicuzzi, ai cosiddetti imprenditori e ai delinquenti indigeni di lasciarla in pace è inutile. L’unica soluzione, cari Calabresi (ma il discorso vale per tutti), è riprendersi le chiavi di casa smettendo di dare il voto a chi vi promette la seconda pensione o uno stipendio o un lavoro vero o fittizio che sia. Se non correremo subito ai ripari con un governo “di salute pubblica” non avremo scampo.

In coda: La Federazione degli Ordini dei Medici dell’Emilia-Romagna sostiene che “L’impatto sanitario degli “inceneritori dell’Emilia-Romagna è contenuto…” Potrà incuriosire come i medici emiliano-romagnoli non abbiano mai visto un solo reperto bioptico su cui abbiano valutato l’impatto delle micro- e nanopolveri. Curioso è pure come nessuno di loro sappia caratterizzare queste polveri. Quindi, giustissimo che chiedano di non aumentare la quantità di rifiuti da incenerire, ma non si permettano di aggettivare l’impatto sanitario degl’inceneritori semplicemente perché non hanno strumenti per farlo.

1 Comment
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russano giuseppe
13 anni fa

IL CARO SINDACO OVVIAMENTE SAPEVA TUTTO ECCOME! NESSUNA STRANA DIMENTICANZA, SOLO PAURA! MA ORA SENZA VERGOGNA ED UMANITA’ FA PURE FINTA DI CADERE DALLE NUVOLE!…non fosse altro perché durante il convegno si trovava alla tavolata che le ho detto in bella compagnia della cosiddetta “opposizione”, in un locale che distava dalla chiesa meno di 1km… che poi in pratica erano nient’altro che gli zelanti paladini dell’ambiente che nel pomeriggio avete potuto “ammirare” alla registrazione in TV (schedandoli a prima vista, chapeau!), meno il Dott. Rosario Ceraudo, unico presente… l’ho saputo il giorno dopo al bar, appena tornati dall’aereoporto… questa è… Leggi il resto »