Lo aspettavamo, ed è arrivato. Sotto l’albero abbiamo trovato un fax dell’Università di Urbino che, con l’arroganza che è certo un diritto per chi non ha mai avuto la creanza di presentarsi e ribadisce “l’alto livello tecnico e tecnologico delle strutture scientifiche della Facoltà di Scienze e Tecnologie, conosciute e apprezzate a livello internazionale, e l’elevata preparazione e competenza dei docenti preposti all’utilizzo di tale strumentazione [il nostro microscopio N.d.A.]” c’informa che l’11 gennaio sarà qui, nel nostro laboratorio, per prendere possesso di ciò che è legalmente suo.
Che importa
se quelli non hanno sborsato un centesimo, se i donatori sono stati convinti a donare quattrini sfruttando il nome di mia moglie e mio e non certo quello dell’Università di Urbino (prudentemente mai nominata allora), se a Urbino non c’è un’anima che abbia la minima competenza di nanopatologie, se a Urbino si fanno consulenze pro-incenerimento? L’importante era e resta che noi smettiamo di fare quelle ricerche – le nostre sì riconosciute a livello internazionale – che danno tanto fastidio a chi tiene i fili di questa vicenda sulla cui nobiltà non mi sentirei di garantire.
E, allora, buon Natale a chi, come è sempre usato presso chi combatte una guerra oscurantista bruciando i libri, vuole impedirci la ricerca. Buon Natale a chi ci ha sempre combattuto senza avere il coraggio di mostrare la faccia, e qui comprendo faccendieri, casalinghe frustrate, professori d’incerta alfabetizzazione e guitti che recitano canovacci altrui rifiutando qualsiasi confronto. E buon Natale a chi, senza aver prodotto un singolo documento né essere mai venuto a trovarmi, blatera di inattività del laboratorio, di lucro, di possibilità di continuare la ricerca a Urbino e altri sproloqui omologabili a quelli. Dopotutto l’intelligenza e l’onestà non sono obbligatorie.
Una volta un personaggio che gode di un certo seguito in alcuni strati della popolazione mi predisse che mi avrebbe conosciuto un milione di persone, e tra queste ce ne sarebbe stata una manciata che mi avrebbe preso a bersaglio delle sue meschinità. La cosa si è avverata, con – ironia del destino! – la presenza del personaggio stesso compreso in quella manciata.
Insomma, buon Natale a tutti, e se qualcuno avrà bisogno di me come avviene più volte al giorno tutti i giorni, si rivolga tranquillamente all’Università di Urbino perché la castagna bollente è finita laggiù. Se dall’ente non avranno soddisfazione, non so che farci.
Nel caso in cui qualcuno voglia i suoi soldi indietro, si rivolga all’Associazione Onlus Carlo Bortolani. E se qualcuno vorrà passare dal laboratorio per il funerale, le date sono dall’11 al 13 gennaio.