Davanti a certi avvenimenti o davanti a certe persone, la frase comune è che questi “farebbero perdere la pazienza ad un santo.” Io, che santo non sono, la pazienza la perdo spesso, e la perdo regolarmente quando mi trovo al cospetto di assurdità che disonorano l’unico organo che differenzi davvero l’Uomo da tutti gli altri mammiferi:
il cervello.
Ecco, allora, che mi arrabbio quando mi ritrovo a perdere le mie serate al consiglio comunale di Nonantola, un luogo sulle cui frequentazioni non mi sento di garantire. Mi arrabbio quando l’occasione mi porta a dibattere con certi didatti delle nostre università (uno, forse indispettito per la sua perpetua sterilità, mi ha scritto oggi parole di fuoco, un elemento cosmologico per lui molto grasso) che pretendono di abrogare quella manciata di leggi naturali d’intralcio per il cammino dei loro sponsor. Mi arrabbio quando sento un politico, cioè un timoniere di questa nave comune, che spara sciocchezze di stampo scientifico e anche, come accaduto di fresco proprio nel mio consiglio comunale, sciocchezze in quella che si chiama di solito cultura generale. Mi arrabbio quando sento un oncologo tradire la verità e la sua vocazione (della quale temo di poter dubitare.)
È così che, non di rado, penso di essere perfettamente inutile. Che ci sto a fare a gridare nel deserto come un povero squilibrato?
A volte, però, capita che ci sia qualcosa a tirarmi su di morale. Un paio di settimane fa è arrivata la notizia ufficiale secondo cui non si farà più un inceneritore minacciato in provincia di Lucca e contro cui io mi sono battuto dopo aver effettuato analisi e scritto una relazione. E ora mi arriva l’altra bella notizia che la stessa sorte è condivisa dall’inceneritore di Derby, in Inghilterra, per evitare il quale un comitato locale aveva chiesto il mio aiuto.
Ora resto in attesa di vedere che cosa accadrà a Silea, un paese in provincia di Treviso dove dovrebbe essere edificato un inceneritore di rifiuti industriali da 250.000 tonnellate/anno, e questo a due passi dal gemello atteso a Mogliano Veneto, vale a dire a due passi di distanza. Io il mio parere in proposito l’ho dato.
Insomma, magari qualcosa di buono riesco anche a combinare, anche se qualche comico in vena di comicità, basandosi sulle informazioni ricevute da un paio di casalinghe inquiete e senza essersi preso la briga di controllare, dice che non faccio nulla. Per questi comici, non tutti professionisti, un po’ fuori tema aggiungo che l’Università di Cambridge ha chiesto a mia moglie e a me di scrivere un libro per la sua casa editrice e che la rivista Scientific American ci ha chiesto un articolo. Se qualcuno vuole informazioni sulla nostra attività scientifica, potrebbe magari sentire da John D. Young, lo studioso americano dei nanobatteri, il quale mi ha appena scritto dicendomi che noi siamo avanti alcuni anni rispetto al resto del mondo scientifico. Per conferma o per smentita, si può sempre sentire l’Associazione Onlus Carlo Bortolani o l’Università di Urbino, certo fonti assai più affidabili.