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I teppistelli figli di papà

I commenti fuori tema saranno cestinati

Non sempre la fantasia li sorregge, ma non si può non ammettere che sono dotati di una certa rozza efficacia.

Questo blog affronta temi senza dubbio sgraditi ad una certa categoria di persone. Anzi, a più di una categoria. Senza voler fare d’ogni erba un fascio, i politici in primis che temono la messa a rischio di una fonte d’introito notevole, soprattutto in questo momento in cui stiamo entrando in una crisi economica forse seconda solo a quella della guerra greco-gotica del VI secolo. E quell’introito assicurerebbe un futuro a piedi caldi per loro e per la loro progenie.

Vengono poi, a plotoni affiancati, industriali e faccendieri subito entusiasti di dar fondo al denaro rigorosamente altrui per costruire impianti definibili, e solo per delicatezza, demenziali e basta.  E con loro i professori e i medici che affittano.

In fondo, in posizione di retroguardia ma con la loro specifica funzione, marciano coloro di cui dicevo alla prima riga. Di costoro si servono politici, industriali e professori come di carne da cannone: expendable, dicono gli anglofoni. Sacrificabili, nella traduzione che più si avvicina. Ignari della loro dignità assente e del loro essere utensili, questi si lanciano a corpo morto incuranti del ridicolo e della decenza: la missione è quella di fermare qualsiasi progetto, qualsiasi intenzione, qualsiasi azione volta al bene comune. Nella loro mente è del tutto impossibile che esista chi possa agire per qualcosa che non preveda un interesse personale, meglio se sporco, perché questo è ciò che gli abita in esclusiva nell’anima e che sono convinti di condividere con il resto del mondo. E, allora, come qualsiasi teppistello viziato che riga

 

le carrozzerie delle automobili con un cacciavite, come chi colpisce una statua con un martello, come chi sradica le poltroncine dello stadio, senza ricavare alcun beneficio che non sia quello di soddisfare la propria ansia di distruggere qualsiasi confronto tra qualcun altro e loro stessi, ecco che colpiscono. In fondo, bisogna ammetterlo: tra tutti i guastatori questi sono quelli si differenziano facendolo per un ideale: lo sfascio come mezzo e come fine.

Se ho deciso di fare ciò che è sempre stato scritto appena sotto il titolo di questo blog, cioè di cestinare i commenti fuori tema, non è per non dar voce a questi pur non proprio pregevoli personaggi, ma semplicemente perché chi entra qui ha diritto di leggere i commenti all’articolo senza doversi sorbire le elucubrazioni stravaganti che nulla hanno a che vedere con l’argomento. Per queste esiste la sezione Le Vostre Domande, sempre che di domande si tratti.

A questo proposito, prego, però, almeno di documentarsi prima di mettersi alla tastiera e dare la stura alle fantasie del momento. Regolarmente, infatti, vengono poste questioni cui si è già risposto decine di volte, si avanzano obiezioni basate su fatti mai avvenuti, s’inventano addirittura avvenimenti e circostanze esistenti solo nella mente di chi quelle cose scrive. Senza voler insegnare niente a nessuno, io ho impiegato decenni di studio prima di prendere la parola e dire la mia. Poi ho dedicato centinaia, forse migliaia di pagine a spiegare che cosa faccio e perché e che cosa è accaduto da un po’ di anni a questa parte. A quanto vedo, l’ho fatto invano, anche se non mi è mai arrivata una singola smentita corroborata dai fatti.

Comunque sia, pur sapendo di parlare al vento, voglio dire a questi signori che io ho fatto una scelta di vita, che questa scelta è un fatto mio personale che non sono disponibile a discutere con nessuno, che questa scelta mi ha portato a vivere una vita alla soglia della povertà, che questa scelta ha impedito una carriera a mia moglie e che la nostra vecchiaia, di mia moglie e mia, si prospetta tutt’altro che allegra. Chi ha qualcosa da ridire, chi è così presuntuoso da permettersi di sindacare, si metta davanti allo specchio e si chieda che cosa ha fatto lui per il bene comune rispondendosi senza nascondersi. Si chieda, poi, perché fa ciò che fa e quale sia l’interesse suo e della comunità a distruggere ciò che io e pochi altri stiamo facendo (anche per loro). Qualunque siano le risposte, io non  mi premetterò di entrare in quelli che sono fatti altrui. Si abbia però rispetto per chi agisce in buona fede e mettendoci sempre e comunque del suo, e se proprio questo rispetto non si riesce a cavar fuori, si sappia che se il mondo non aveva bisogno di quei personaggi ieri, ancor meno ha bisogno di loro oggi.

Io non condanno nessuno né mi passa per il capo di pretendere che ci sia chi mi ringrazia perché quello che faccio è solo per vivere in pace con me stesso, ma mi si lasci il diritto di provare ribrezzo.

Immagine da: http://www.maths.lancs.ac.uk/~penn/papers/roger/FootballSpectators/3%20Football%20Hooliganism%20Italy%202005%20(Juventus%20vs%20Liverpool).jpg