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La legalità? Me ne frego!

Post del prof. Alberto Lucarelli: 

 

 

L’intero impianto normativo del decreto-legge sull’emergenza rifiuti in Campania si basa sul presupposto che stati di necessità e situazioni di fatto, quali la gravità del contesto socio-economico-ambientale, i rischi di natura igienico-sanitaria e il mantenimento dell’ordine pubblico, diventino a tutti gli effetti fonte del diritto.

Tale assunto è in contrasto con i principi dello Stato democratico che da sempre hanno negato che una situazione di fatto si tramutasse in fonte di diritti ed obblighi. 

È sufficiente questo elemento, solo apparentemente formale, per minare alla radice la legittimità del decreto-legge e degli atti che sulla base di esso verranno adottati in violazione del principio di legalità. 

Ma adesso alcune riflessioni puntuali,

se è possibile ancora ragionare con calma senza subire strumentalizzazioni.

1. Il ricorso agli impianti di temodistruzione, in contrasto con la normativa interna e comunitaria, assume valenza prioritaria ed escludente nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti. Le altre fasi, incentrate sulla politica delle ‘r’ (recupero, riciclaggio, riuso, riutilizzo, riparazione) sono del tutto marginalizzate.

2. Sono violate le competenze regionali fissate in Costituzione. Vi è una fuga perenne dal regime ordinario.

3. La militarizzazione di parti del territorio viola principi e valori costituzionalmente garantiti, quali la libertà di circolazione ed il diritto di informazione.

4. Sono introdotte regole e sanzioni penali che di fatto negano il diritto di riunione (art. 17 Cost.) e in senso più ampio le istanze partecipative.

5. Le norme relative alla competenza dell’autorità giudiziaria nei procedimenti penali relativi alla gestione dei rifiuti nella Regione Campania introducono di fatto nel nostro ordinamento, giudici regionalizzati, con funzioni straordinarie, in contrasto con l’art. 102 Cost.

6. Le norme che consentono al termovalorizzatore di Acerra di funzionare in deroga al parere della commissione di VIA e di ‘bruciare’ qualsiasi tipo di rifiuto sono illegittime ed in contrasto con quanto più volte affermato dalla magistratura e dalle commissioni bicamerali di inchiesta.

 7. La previsione di quattro termovalorizzatori scoraggia e vanifica la raccolta differenziata.

8. Le norme relative all’informazione e alla partecipazione dei cittadini sono illegittime e difformi da quanto previsto dalla Convenzione di Arhus: la partecipazione non è una concessione è un diritto. 

Il diritto pubblico e il diritto amministrativo contenuti nel decreto assumono una veste penalistica e sanzionatoria, da Stato di polizia, piuttosto che di regolazione dei conflitti sociali e di soluzione delle questioni ambientali e sanitarie.

Dopo il disarmo del diritto pubblico e la neo-feudalizzazione degli spazi pubblici giuridici comincia un percorso inverso, un deja vu autoritario, una vandalizzazione dei principi costituzionali. 

Ci si appelli dunque alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, alla Carta europea dei diritti fondamentali, si evidenzino in parlamento le illegittimità, si chieda con voce sostenuta che venga ritirato e non convertito in legge; si attivi la Regione Campania, a difesa e in rappresentanza dei cittadini, ad impugnare dinanzi alla Corte costituzionale il decreto per violazione del principio costituzionale del regime delle competenze. 

Alberto Lucarelli 

ordinario di diritto pubblico all'Università Federico II di Napoli 

Hitler fu regolarmente eletto dai tedeschi e il resto della storia lo conosciamo. Il nostro Parlamento siede dov’è su basi del tutto illegittime, in contrasto quanto meno con gli articoli 56 e 58 di una Costituzione ormai in coma profondo, ma chi detiene il potere lo esercita con il consenso entusiastico della maggioranza degl’italiani e con la complicità di un’opposizione pure sostenuta da larga parte della popolazione. Se oggi siamo prigionieri di una dittatura di casta e non ancora di regime è solo per la pochezza di chi ci comanda, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia. È sotto gli occhi di tutti come qualsiasi impedimento alla casta di fare i propri squallidi affari – non importa se questi implicano la rapina di denaro, salute e futuro di chi si dovrebbe amministrare – sia diventato reato penale, come si trasformino veleni in aria di montagna con un timbro e con la firma di qualcuno sicuro di non pagare mai, come non esista una stampa libera di qualche consistenza e l’informazione sia sempre più taroccata, come il nostro Paese sia stritolato dalle mani sempre più salde della malavita, una malavita indistinguibile dalla politica così come ci viene spacciata. Ad aprile abbiamo perso un’occasione importante. Speriamo non sia l’ultima.  Comunque, se qualcuno vuol fare il confronto tra Mussolini e Berlusconi, dia un'occhiata a http://it.youtube.com/watch?v=ZSrrxBhiHnA

[Stefano Montanari] 

immagine: http://www.ferlandia.com/Ferlandia_web/images/foulard/8-500.jpg

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