Mi arrendo: perdonatemi, è di sicuro colpa mia e della mia scarsissima elasticità mentale, ma io continuo a non capire.
Pur essendo un argomento sul quale non avrei mai voluto tornare, a causa delle continue, insistenti sollecitazioni via mail o telefoniche, o durante incontri alle mie conferenze, per fugare definitivamente ogni dubbio, io riaffermo di essere del tutto in linea con quanto dice Beppe Grillo (cui andrà sempre tutta la mia gratitudine), tanto che il programma di PER IL BENE COMUNE potrebbe essere stato scritto da lui. Naturalmente, così non è, sia chiaro, noi non ci fregiamo di alcun bollino e anche se appoggiamo tutte le liste locali presentate sotto la sua egida, per il resto non abbiamo apparentamenti. Oggettivamente, l’unico punto di contrasto pare essere quello circa l’opportunità di andare o non andare a votare per le elezioni politiche.
Il mio parere, un parere che mi permetto di esprimere appellandomi all’articolo 21 della Costituzione
(“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”), è che, se non voto, rinuncio alla mia dignità di cittadino e lascio che l’attuale casta, quella di cui tanto Beppe quanto io siamo ansiosi di sbarazzarci, continui imperterrita a fare i comodi propri. Non ci sono santi: se ti ritiri prima dell’inizio della gara, hai sicuramente perso.
Sono del tutto d’accordo sul fatto che queste elezioni siano assolutamente illegali, calpestando gli articoli 56 e 58 della Costituzione e rifacendosi ad un vecchio ordinamento fascista reintrodotto con la connivenza di tutti i partiti per biechi motivi, ma non abbiamo alternativa: se vogliamo cambiare davvero, se non vogliamo accontentarci delle chiacchiere dei filosofi dall’alcolemia fuori scala e continuare in perpetuo a mugugnare per lasciare che tutto finisca al prossimo mezzo litro, se non vogliamo essere i soliti, stucchevoli contestatori bavosi e inconcludenti, se vogliamo riprenderci la dignità di uomini liberi che ci siamo lasciati sfilare di sotto il naso dobbiamo andare a votare in questa consultazione, per illegale che sia.
Se riusciremo ad avere qualcuno in parlamento che sia libero dalla logica mascalzonesca di chi abbiamo lasciato che ci governi per decenni; se ci sarà qualcuno che faccia sentire la voce di chi rappresenta nelle sedi istituzionali che contano; se, in questo modo, riusciremo ad avere accesso ai media, quell’accesso che ci viene arrogantemente negato; se sapremo mostrare alla casta che esistiamo non solo come carne da cannone o polli da spennare ma anche come chi non è disponibile a continuare in questo ignobile giochetto di complicità di cui siamo carnefici e vittime al contempo, allora avremo fatto un passo enorme recedendo dal baratro. Avremo dato il segnale giusto.
Aspettare, mi dice qualche guru con aria di chi la sa lunga. Ma aspettare che cosa, di grazia? Aspettare che i ragazzi schiattino di cancro sempre più giovani? Aspettare che i bambini malformati – riescano o no a nascere – diventino la regola? Aspettare che l’ambiente non sia decisamente più recuperabile? Aspettare che il nostro cibo sia sempre più avvelenato? Aspettare che fino l'aria e l'acqua ci vengano portate via del tutto? Aspettare che anche l’ultima risorsa economica di questo povero Paese sia finito nelle tasche che conosciamo fin troppo bene? Aspettare che dalle nostre università esca una classe dirigente analfabeta che annulli ogni nostra competitività? Aspettare di essere sempre più dipendenti dall’estero per tecnologia e risorse energetiche e, quindi, alla mercè di ogni ricatto? Aspettare che la fiammellina residua della democrazia che ci lega ancora all’Europa sia definitivamente ope legis sostituita da una sua controfigura di plastica? Se è così, meglio fare fagotto, lasciando che gl’italiani si suicidino come meglio credono.
Se il non voto è incomprensibile, dando per scontato che l’obiettivo sia quello di recuperare il Paese e non altro, ancor più misteriosa è l’esternazione di ieri di Beppe Grillo stesso sul suo blog. Riporto di seguito verbatim ciò che risulta pubblicato:
“Topo Gigio Veltroni ha messo in lista personaggi con frequentazioni molto disinvolte. Ma quale partito non ne ha? E' un problema di rappresentanza all'interno delle istituzioni. I cittadini non possono scegliere il candidato e il buon segretario di partito, al loro posto, trova il giusto spazio per ogni categoria sociale. Topo Gigio ha però escluso dalle sue liste Beppe Lumia, vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Lumia è stato a suo tempo condannato a morte dalla criminalità organizzata per le sue attività. Toglierlo dal Parlamento vuol dire trasformarlo in un morto che cammina. Il nuovo PD di Fassino, D'Alema, Sircana e Bassolino non ha posto per un servitore dello Stato. Si faccia avanti qualcun altro e lo candidi al più presto.”
Insomma, qualcuno mi spieghi. Se non si deve andare a votare, se questa consultazione elettorale è una farsa, se dalle elezioni non deve uscire un parlamento (?), che senso può avere candidare Lumia o il primo che passa per strada o nessuno? Come si può chiedere la candidatura di qualcuno, se poi nessuno avrà il permesso di andarlo a votare?
Lo ammetto: quando la logica o quello che è il buon senso della nonna mi vengono sottratti, io non capisco più. E, allora, qualcuno mi spieghi in termini che anch’io possa capire. Che cosa state dicendo? Magari ho torto. E se qualcuno me lo dimostra, mi correggerò in un fiat, ricevendo in cambio la scusa perfetta per una scampagnata il 13 aprile.