Gentile professor Montanari,
su progetto della regione Abruzzo è stata proposta la costruzione nella Marsica di ben 6 impianti di "termovalorizzazione" che utilizzano biomasse. Molti cittadini marsicani e molte organizzazioni stanno cercando di smuovere la popolazione ed evitare che la regione dei parchi naturali diventi la regione degli inceneritori. Le biomasse in questione sono (secondo il progetto) scarti lignocellulosici e in alcuni casi materiale vegetale coltivato ad hoc nella stessa Marsica. Oltre a sostanze "bio" ci sono purtroppo indizi che ci fanno pensare che nella fornace alla fine vadano a finire anche i nostri rifiuti (il cosiddetto CDR) .
Gentile professor Montanari,
su progetto della regione Abruzzo è stata proposta la costruzione nella Marsica di ben 6 impianti di "termovalorizzazione" che utilizzano biomasse. Molti cittadini marsicani e molte organizzazioni stanno cercando di smuovere la popolazione ed evitare che la regione dei parchi naturali diventi la regione degli inceneritori. Le biomasse in questione sono (secondo il progetto) scarti lignocellulosici e in alcuni casi materiale vegetale coltivato ad hoc nella stessa Marsica. Oltre a sostanze "bio" ci sono purtroppo indizi che ci fanno pensare che nella fornace alla fine vadano a finire anche i nostri rifiuti (il cosiddetto CDR) .
Le mie domande sono: cosa viene prodotto dalla combustione di queste biomasse? E' lecito pensare che alche se bio una sostanza bruciata può comunque produrre sostanze non proprio benefiche alla salute? E quali sono le differenze, sempre riguardo le sostanza prodotte, tra combustione di materia vegetale e rifiuti (plastiche…)? Mi riferisco alla possibile produzione di diossine, furani ecc. e di nanopolveri. Da quello che ho capito un fattore importante è la temperatura: ho letto che oltre i 300 gradi si inizia la produzione di diossina; a T molto elevate queste molecole vengono disgregate ma aumenta notevolmente il rischio di formazione di nanopolveri. E' questo corretto? Può essere la temperatura raggiunta dall'impianto un indice del tipo di sostanze prodotte?
I grilli aquilani e attivamenteluco stanno promuovendo attività di informazione e protesta; il parere di una personalità importante come lei può rendere sicuramente più forte e credibile la nostra azione. Grazie.
RISPOSTA
Credo di aver rispoto ormai innumerevoli volte a questo tipo di domanda. Basta dare un'occhiata alle risposte del 10 maggio, del 18 maggio e del 3 giugno scorsi per accorgersene. Comunque, bruciare le cosiddette biomasse come si pretende di fare è la solita truffa. A prescindere dalla ovvia devastazione del territorio, si tratta solo raramente di biomasse, visto che lì dentro con i vegetali ci finiscono concimi chimici e pesticidi, per non parlare degli scarti di legni trattati industrialmente che ci sgattaiolano sempre in mezzo. Poi, stanti i legislatori che abbiamo, noi trasformiamo ope legis qualsiasi porcheria in ciò che ci fa comodo al momento (o, meglio, in ciò che fa comodo a loro per derubarci di più e meglio). Così i rifiuti "di qualità" (?) sono legalmente biomassa. Dal rogo di tutta questa roba esce un po' di tutto, dalle diossine alle nanopolveri di metalli pesanti seguendo i meccanismi termici cui lei fa cenno. Il vantaggio della centrale a biomassa (che poi, entro pochissimi anni diventa quatta quatta un normalissimo inceneritore) è che la gente ci casca meglio ed è convinta che si tratti di un processo omologabile a quanto avviene normalmente in natura. Il che è un'idiozia.