E un altro mese se n’è andato.
Ripetere ancora, a quattordici mesi giusti di distanza (22 gennaio 2010) le stesse, stucchevoli, disgustose informazioni è cosa che non mi sento proprio di fare. La vicenda, in fondo, non è altro che una tra le mille e mille vergogne taciute di un popolo che, al di là di troppo rare eccezioni, merita solo calci nel sedere e, comunque, la sorte che gli si prospetta.
Ieri ho parlato per telefono con Sigfrido Ranucci, un giornalista di Report, della prodezza Bortolani/Grillo di cui lui ignorava tutto. Stupore, ma sono convinto che, come sempre, la notizia non uscirà o, se, una probabilità su un milione, verrà resa pubblica, lo sarà condita da mille se e ma (“manca l’altra campana” che, con la furbizia di chi conosce l’italiota medio, non ci sarà mai) pur davanti ad evidenze schiaccianti. E poi, la TV è fatta per le isole brulicanti di “famosi”, per i quiz da cerebrolesi e per i telefilm di “dottore, presto, lo stiamo perdendo,” mica per l’informazione.
Dopo la riunione scientifica tra il rettore dell’Università di Urbino Stefano Pivato e la nota scienziata Maria Grazia Cucinotta, la novità viene da Stefano Papa, l’ineffabile faro di Urbino che ha in stato di detenzione (“in custodia”, secondo il solito tuttologo frequentatore di osterie) il nostro povero microscopio ormai in coma profondo e non sa proprio come girarselo. Dove sarà il bottone per accenderlo? Così, forse per risolvere l’arcano che lo tormenta da quattordici mesi, il luminare ha invitato a tenere un seminario presso il suo illustre ateneo un giovane che ha fatto la sua tesi con mia moglie all’Università di Modena, giovane al quale, poi, mia moglie ha fatto ottenere un, peraltro più che meritato, posto a Dublino all’università locale dove lavora con grande profitto e soddisfazione.
Il ragazzo è bravissimo ed è dotato di un’intelligenza vivace: su questo garantisco io. A Dublino, poi, fa ricerche interessantissime, visto che l’Irlanda, pur immersa in una crisi nera, ha tagliato su tutto ma non un centesimo su ricerca ed istruzione. Però il ragazzo non ha mai usato il microscopio che era stato comprato per noi e che ora langue polveroso tra le colline del Montefeltro e non ha mai svolto le ricerche che facciamo in laboratorio, un luogo in cui non ha mai messo piede se non per qualche celebrazione di compleanno. Chissà, forse sarebbe stato meglio invitare chi il microscopio lo usava giornalmente (sempre che non si voglia dare credito alle comiche panzane della signora Bortolani, cocciuto muro di gomma) e chi le nanopatologie le ha scoperte. Quella persona è appena tornata da un viaggio a Washington dove è stata invitata dal Dipartimento di Stato USA a relazionare su quelle sue scopertucce e dove è “visiting professor”. Certo, Urbino ha ben altra levatura, ed è altrettanto certo che la sua presenza laggiù avrebbe destato qualche imbarazzo.
Resta il fatto che il ragazzo è anni luce avanti rispetto ad Urbino e, se qualcuno sarà in grado di capire ciò di cui potrebbe eventualmente relazionare, avrà di che riempire qualche buco culturale.
Da ultimo, oggi ci sarebbe dovuta essere la terza udienza del processo che abbiamo intentato contro Urbino, ma il tribunale è in sciopero. Ci rivedremo un’altra volta. Così, ogni giorno che passa nei trastulli, e i giorni sono già 424, è un giorno guadagnato da parte di qualcuno che ha interesse a tenere ben stretto il bavaglio. Beati i tempi in cui a decidere era un capotribù e a farlo impiegava cinque minuti.
torna a casa
Bravo ragazzo, pigliati un po’ di sole a urbino ma poi tornatene da dove sei venuto: qui sei sprecato.
La tolleranza alla patologiaLeggendo un libro, mi sono imbattuta in questa frase:“Alla sua domanda circa la misurazione del limite della patologia di questa forma di pensiero non corretta le devo purtroppo rispondere [b]che il limite della patologia è un limite culturale e non scientifico come dovrebbe essere.[/b] E’ la cultura di una società che finisce per stabilire [b]la quantità di deliri tollerati e di allucinazioni tollerate.[/b] Dipende dai periodi storici e dalle caratteristiche culturali di una società. Io mi auguro che la tolleranza diminuisca sempre più, per il bene di tutti, soprattutto quando questo modo di pensare e di impostare… Leggi il resto »
Dublino
confermo, in Irlanda hanno tagliato su tutto ma non sulla ricerca ed innovazione tecnologica …
e Voi Gatti e Montanari quando a Dublino ??
vi aspettiamo !!
saluti
Mick
RISPOSTA
Temo che le nostre ricerche sarebbero imbarazzanti anche a Dublino. Ora, però, è il Dipartimento di Stato USA ad essere interessato a ciò che facciamo.
nanoparticelle inorganiche?! che sono?copio-incollo il commento di Alberto Conti all’articolo MISSILI CRUISE ALL’URANIO IMPOVERITO SULLA LIBIA: STUDIO SULLE CONSEGUENZEhttp://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8091[i]”Quello che incredibilmente l’autore ignora del tutto è la vera causa di malattie ad esito quasi sempre mortale conseguenti all’esposizione a teatri di guerra dove si impiega uranio impoverito. NON è la radioattività residua presente nel materiale, bensì sono le nanopolveri che si generano in conseguenza delle alte temperature raggiunte nell’impatto. La composizione chimica di tali nanopolveri inorganiche generalmente ha molto più a che fare con la composizione chimica del bersaglio che con l’uranio stesso. Gli studi in tal senso prodotti da… Leggi il resto »
Il tempo e’ tirannoPiu’ passa il temp oe piu’ mi convinco che il tempo ci e’ contro.Per il micrsoscopio si procede troppo a rilento, salvo miracoli SE mai lo vedremo, sara’ fra qualche decennio.Per il resto, e’ evidente che le lobby e i PRONI , padroni di emittenti e giornali, sono troppi e troppo potenti per una soluzione veloce e definitiva dei problemi italiani.Uno dei nostri problemi e’ proprio la nostra indole, e su quella abbiamo poco da fare , sopratutto nell’immediato.E’ pero’ la BASE da cui partire per il cambiamento, se non cambiamo noi stessi che siamo l’umus per… Leggi il resto »