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Una medaglia al valore

Di 12 Aprile 2018 9 commenti

In fondo all’articolo c’è un post scriptum inserito alle 15:05. Vale la pena leggerlo e farsi qualche domanda.

 

C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico…

Sì: tutto antico, tutto ormai scontato. La notizia della radiazione dall’Ordine dei Medici della dottoressa Gabriella Lesmo è, tutto sommato, una non notizia. Non è nient’altro che l’ennesima conferma della regressione precipitosa della nostra società verso i baratri di un Medio Evo mai davvero scomparso dal DNA dell’Homo sapiens, l’animale più stupido del Pianeta, e sempre pronto a riemergere in tutta la sua cupa virulenza.

Mia moglie ed io facciamo ricerca da non molto meno di mezzo secolo e da oltre una quindicina d’anni, per caso e senza desiderarlo, indaghiamo sui vaccini non bivaccando su Internet ma per mezzo di analisi di microscopia elettronica che eseguiamo di persona. Per questo ci è impossibile mettere in dubbio ciò che la dottoressa Lesmo sostiene: scienza e fatti si confermano vicendevolmente e chiunque affermi che i vaccini, con il loro contenuto, non hanno responsabilità sull’aumento devastante dell’incidenza delle patologie autistiche deve scegliere tra l’essere definito un ignorante o essere definito un farabutto.

La medicina non è una scienza mancandole alcuni requisiti fondamentali ma molte delle sue regole sono mutuate dalla scienza. E una regola ineludibile è quella del confronto, senza il quale non può esserci progresso. Gli addetti ai lavori si presentano con fair play al dibattito muniti di dati propri: propri perché quelli raffazzonati e raccattati qua e là valgono solo per certificare come nullità chi di quelli si vale. Messi sul tavolo tutti i dati, con pari dignità (il che non significa necessariamente con pari valore) questi s’incrociano e si confrontano e da lì, se le cose si sono svolte in modo corretto, uscirà un passo, spesso anche solo un passettino, verso una comunque irraggiungibile verità assoluta.

È evidente che le censure non possano essere ammesse perché, se entrassero nel gioco, altro non farebbero se non segnare punti negativi nei riguardi di chi di quelle si avvale, fino alla squalifica.

E, invece… E invece quel Medio Evo prossimo venturo profetizzato, seppure con caratteristiche solo apparentemente diverse, già nel 1971 dall’ing. Roberto Vacca è arrivato e ci sta schiacciando. Le censure sono la legge. La libertà di pensiero è irrisa blasfemia. La scienza è sconvolta e trasformata in ciò che fa comodo a chi maneggia i quattrini, quattrini che sono un fiume sempre in piena. Il progresso è brutalmente sì, ma con oggettiva precisione, indicato dall’ammontare degl’introiti monetari di chi conduce le danze. Le “autorità” (virgolette d’obbligo) altro non sono se non dei lacchè troppo spesso armati.

Così, l’esclusione della dottoressa Lesmo dall’elenco dei medici iscritti all’Ordine è nient’altro che il risultato di fattori rozzi e semplici combinati tra loro.

Fare il medico non può essere considerato esercitare “un mestiere come un altro.” Quella non è una banale professione ma è, è perche deve essere, vocazione pura con tutto quanto è il succo del Giuramento d’Ippocrate a farle da indispensabile sostegno. Chi non se la sente, faccia altro. Il medico non è certo uno scienziato ma deve conoscere la scienza a menadito e deve saperla applicare. Se la scienza è mutilata e mummificata in un atteggiamento oscenamente grottesco, mi chiedo come ci si possa servire di quel mostro e, soprattutto, che cosa possa uscire se quel mostro viene impiegato. Ma il medico non può limitarsi a conoscere la scienza e ad applicarla: deve avere quello che è, lontano dalle sue connotazioni anatomiche e fisiologiche, ciò che romanticamente chiamiamo cuore. Proprio stamattina ho sentito il portiere della squadra nazionale di calcio affermare che un certo arbitro ha un bidone della spazzatura al posto del cuore. Io non so se un arbitro di pallone sia tenuto ad avere un cuore aggiunto a quello che gli pompa il sangue. So, però, che il medico ad averlo è obbligato e che se al posto del cuore, per qualunque motivo, gli è stato trapiantato il bidone della spazzatura di cui sopra, ciò che ne esce è un Frankenstein palesemente inadatto a prendersi cura di chi soffre di una sofferenza che quasi di regola si trasferisce dal corpo al cosiddetto cuore.

Davanti a tutto questo, io mi chiedo come le migliaia di medici insultati da quell’espulsione non recapitino in massa le dimissioni da un ordine professionale verso il quale io proverei una vergogna profondissima se questo pretendesse di rappresentarmi. Certo: tengono famiglia.

E, allora, la dottoressa deve essere orgogliosa della radiazione: una vera e propria medaglia al valore. Essere cacciati da un salotto dove siedono indisturbati personaggi che sono stati condannati dalla giustizia ordinaria, che intervengono chirurgicamente senza alcuna indicazione, che prescrivono farmaci a capocchia, che vaccinano gl’immunodepressi e addirittura chi dalla malattia è immune per averla contratta e superata, che frequentano i corsi d’“aggiornamento” tenuti da personaggi imbarazzanti e, comunque, privi di un qualunque curriculum che ne giustifichi la docenza, è il più evidente riconoscimento del proprio valore, un valore che prima di tutto è morale.

Ma i regimi funzionano così, e mai ce n’è stato uno nella storia con le connotazione di quello di cui siamo troppo spesso consenzienti e umiliati prigionieri. Se Gabriella può essere in qualche modo consolata ma anche avvertita, sappia che a noi ne continua a succedere di peggio. Molto peggio.

 

P.S. delle 15:05  –   La notizia riportata da http://www.ilgiornale.it/news/cronache/abbiamo-sfondato-vagina-orrore-nellospedale-reggio-calabira-1250074.html e da http://www.bufale.net/home/notizia-vera-le-sfondato-la-vagina-risate-le-intercettazioni-shock-dei-medici-arrestati/ è vera o è falsa? In ogni caso, come si è mosso l’Ordine dei Medici? E la Magistratura? Se la cosa è vera, radiazioni? C’è qualcuno che sappia rispondere? A me resta un dubbio che è anche una speranza, e il dubbio è dato dal fatto che la cosa sia riportata da un sito “antibufale”. In genere quei siti sono nelle mani di dilettanti con la cultura del tifoso da stadio i quali, per sostenere le loro  tesi, quasi di regola ridicole, si citano reciprocamente come se la parola di un incompetente avvalorasse quella di un altro incompetente e, dunque, sono del tutto inaffidabili. Io non conosco il sito “antibufale” che ho citato e, dunque, non ho elementi di giudizio. Consiglio solo prudenza. Da qui, dal fatto che la cosa sia riportata da uno di quei siti, la mia speranza che non sia cosa vera. Chi ha documenti validi, per favore, li mostri.

9 Commenti
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Dantes
6 anni fa

“Fare il medico non può essere considerato esercitare “un mestiere come un altro.” Quella non è una banale professione ma è, è perche deve essere, vocazione pura con tutto quanto è il succo del Giuramento d’Ippocrate a farle da indispensabile sostegno. ” Già….. Dott. Emil J. Freireich: “Stanno cercando di proteggere le persone, Ma senza accorgersene finiscono nella situazione di uccidere le persone. Come vede sono un devoto del giuramento d’Ippocrate. Per questo è sul mio muro. Ogni medico negli Stati Uniti e penso anche in Inghilterra ed in Europa che si laurea dopo il suo tirocinio medico, fa il… Leggi il resto »

Barbaralosa
6 anni fa

Sono una mamma e un’operatrice sociale, e a nome di queste due categorie ringrazio Lei, professor Montanari, e la dottoressa Lesmo.
È grazie a Professionisti e Persone come Voi,dal vostro coraggio, dalla vostra forza, dalla vostra onestà…
se in questo mondo c’è ancora un barlume di speranza, affinché Le Scienze, tutte, cerchino la Verità…

Davide Donini
6 anni fa
Reply to  Barbaralosa

Professore??? Ahhhahhh

Andrea Torri
6 anni fa
Reply to  Davide Donini

E ‘sto scemo chi è?

Admin
Stefano Montanari
6 anni fa
Reply to  Andrea Torri

RISPOSTA ad Andrea Torri – Non saprei. Magari è uno pseudonimo dietro cui, per modestia, si nasconde un luminare della nostra Italia accademica.

Admin
Stefano Montanari
6 anni fa
Reply to  Davide Donini

RISPOSTA a Davide Donini – Egr. sig. Donini, lei ride ma io piango. Piango perché, come ho ripetuto innumerevoli volte, io odio essere appellato con il titolo di professore. Vero è che con quel titolo si abbigliano personaggi che, insegnando (?) in atenei privati nei quali non esiste il cursus per ottenere quella, peraltro inutile, qualifica, ne abusano. Altrettanto vero è che io insegno in un’accademia svizzera di gran lunga scientificamente più avanzata rispetto al livello mortificante delle università nostrane e, dunque, se professori sono quelli, con pari diritto professore sono io. Se io odio essere appellato come professore è… Leggi il resto »

eugenio cassi
6 anni fa

Occhio che la gente come te è la passione della Polizia Postale !!!!