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LA PATRIA DEI FURBI

Nell’elenco delle frasi antipatiche c’è “io ve l’avevo detto” e quella, se posso, io evito di pronunciarla. Però, io l’avevo detto da un pezzo che, prima o poi, passettino dopo passettino, sarebbe andata a finire così. Anzi: non è affatto finita, perché la mente caleidoscopica di Bersani Pier Luigi, ministro dello sviluppo economico (basta ridere là in fondo!) senza che nessuno si sia mai sognato di eleggerlo al rango di deputato o di senatore della Repubblica, e padre fondatore della nuova famiglia del PD, non si ferma ed è un continuo esplodere di fuochi d’artificio. Benché partorito da pochi giorni, il suo famoso numero d’arte varia non lo ha appagato. Intendo il numero in cui l’Artista bacchetta gli ordini dei medici emiliano-romagnoli ammonendoli che occuparsi di salute non è affar loro, soprattutto quando gli stanno tra i piedi nel momento in cui ha caldo caldo – e mai aggettivo fu più appropriato – un bel progettino per far crescere da nord a sud una fungaia di roventi inceneritori, quelli che lui e tutta la combriccola degl’imbonitori di regime chiamano “termovalorizzatori”, a beneficio delle multiutility dei pirati, dei faccendieri a piede libero, dei professori analfabeti di ritorno, dei politici bulimici… di tutti i suoi amichetti, insomma. Che cosa ti combina ora il divino Pier Luigi da Piacenza? Acchiappando al volo l’opportunità della nuova finanziaria, ecco infilato all’ultimo istante un bell’emendamento, il 30 bis (bis come si conviene ad un avanspettacolista di successo), che lubrifica certi passaggi del tutto necessari se non si vuol fermare un business così fiorente e in crescita esponenziale. La proposta è quella di dare un po’ (un bel po’) di quattrini nostri a chi produce energia elettrica usando fonti che definire rinnovabili sarebbe una capriola forse un po’ troppo ardita, visto che vi sono compresi i rifiuti biodegradabili, le comiche biomasse e altre porcherie varie. A questo punto, faccio mia la frase del senatore Rossi: “Mescolando fonti energetiche non rinnovabili come fanghi/ceneri e/o i rifiuti urbani con materiali a più elevata combustione, cioè con biomasse (mais e legno),

l'impianto di smaltimento dei rifiuti (inceneritore) diventa inquadrabile come centrale ‘a biomasse’, (quindi fonte definita rinnovabile). Ma le emissioni nocive non sparirebbero cambiando loro il nome, e si disperderebbero come inquinanti gassosi nell'ambiente, insieme ad anidride carbonica, micro e nanopolveri, particolati secondari, pesticidi, diossine e molte altre sostanze tossiche.” Tutto vero, ma a Bersani che glie ne cale? Lui e tutti i suoi commensali mica vivono su questa terra! Malattie cardiovascolari? Cancro? Malattie infiammatorie? Malattie del sistema endocrino? Malformazioni fetali? Tutta roba da medici e i medici, si sa, di tutto devono occuparsi tranne che di salute. Di questa si occupa il poliedrico Bersani che pensa per tutti noi e a noi provvede, nostre tasche e nostra salute per niente escluse. Allora, nella sua instancabile mente oceanica, il nostro caro angelo ha già predisposto tutto il disegno e ti partorisce qualcosa di geniale per la cui descrizione prendo ancora in prestito le parole del senatore Rossi: “Per i soli impianti così alimentati sotto la voce biomasse, l'accesso agli incentivi previsti dall'emendamento del Governo è cumulabile con altri incentivi pubblici: nazionali, regionali, locali o comunitari. Mentre tale ‘privilegio’ è addirittura escluso per le fonti davvero rinnovabili: eoliche, solari, geotermiche, idrauliche e da moto ondoso.” Niente da dire: un business dell’altro mondo! Appunto. Insomma, mentre ormai dappertutto si stanno aprendo forzatamente gli occhi al cospetto di un disastro ecologico senza confini, troppo palese per sfuggire anche ai più superficiali, mentre Al Gore, dopo tutte le mascalzonate del passato quando si è macchiato di complicità in crimini orrendi, si becca dalla Svezia il Nobel per la pace per aver mostrato in stile Hollywood l’ovvietà più ovvia, noi sprofondiamo sempre di più nei baratri oscuri dell’idiozia, dell’ignoranza voluta e cercata a tutti i costi, della rapina di stato e dell’attentato gravissimo alla salute, pure lui di stato. L’aggravante è che di tutto questo non pochi di noi sono consenzienti, come fossero accalappiati da una sorta di sindrome di Stoccolma, con ciò rendendosi complici di delitti dei quali loro stessi sono vittime. Che fare? La soluzione definitiva è sempre la stessa: se vogliamo sopravvivere e, soprattutto, se non vogliamo derubare del futuro i nostri figli, non abbiamo altra scelta che liberarci di una classe politica inetta a governarci ma capace, eccome, di spogliarci di ogni cosa facendo terra bruciata intorno a loro. Far soldi e gestire un potere sempre più incontrollabile sono i soli imperativi di questi usurpatori che si sono impadroniti del trono costruendosi nei decenni una rete di clientele e connivenze ormai inestricabile, e se soldi e potere significano devastare una nazione, che importa? Questa è la patria dei furbi.

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